L’Economia è il sapere tra i più vulgati sui tiggì ma il suo possesso, come scienza, in effetti è appannaggio solo degli esperti. E anche se i numeri che rappresentano la somma indicativa – a cui si addiviene dopo una miriade di calcoli in base a cumuli di dati– non sempre rappresentano la realtà vera.
Importa poco all’imprenditore se il trend è positivo se le cose nella sua azienda non vanno se il fatturato non ha riscontro sui guadagni reali… Questo per dire che non sono le sommatorie a dare il quadro generale della condizione. Ma nemmeno scendere troppo nel ‘ particulare ‘ specifico di un’attività.
I dati di Confindustria ci dicono, senza alcun sospetto di partigianeria nei confronti del governo in carica, come vanno le cose per settore o per indicatore di problematiche.
Ebbene, l’esportazione che sembrava il nodo saliente della nostra tenuta in definitiva ma molto meno bene di quanto di aspettassimo. In volume, nel secondo trimestre: -1,8%; i beni e -0,3%. Ma il calo riguarda tutti i mercati europei. Il dato è -2,1%, ed extra Ue, -0,8 per cento. Vanno particolarmente male le vendite in Germania. La domanda europea è debole. Eppure nel secondo trimestre il commercio mondiale di beni è risalito e il dato è dovuto sempre agli scambi cinesi.
Ma è tutta l’Eurozona ad essere debole. Sempre nel secondo trimestre il pil è cresciuto dello 0,2%, grazie alla spesa pubblica e alla domanda estera.
Ma è forse per questa difficoltà negli scambi esteri che in Europa l’Italia è il paese a minore inflazione.
Seconda nota dolente è quella sui servizi. Veniamo da una crescita nel secondo trimestre. Importante era stato il turismo con valore aggiunto a più zeroquattro per centoiù . Ma ad agosto si è registrato un calo. I consumi sono molto prudenti e evocano il clima generale essendo poco chiara la visione del futuro. Nel mese di agosto si attesta la caduta della fiducia delle famiglie. Eppure c’è stato il calo del costo del credito, una crescita salariale pur modesta e l’occupazione in continuo aumento. Ma bisogna vedere anche di quale qualità e a quali condizioni. Come dato generale l’occupazione è in aumento. Il dato specificamente indica a luglio +56mila unità, +260mila da gennaio. Quindi la disoccupazione col 6,5% arriva al tasso più lieve da marzo 2008. Altro dato ci sono 107mila persone in meno che cercano lavoro.
In questo quadro, che resta generalissimo, il dato più generale di tutti è quello del prodotto interno lordo italiano che continua a crescere. IL dato stavolta si conferma anche nel terzo trimestre.
Ma contro tutti c’è il gas che risale in Europa. Ed è sul gas e su questa maledetta guerra in Ucraina l’origine di ogni incertezza e della sofferenza nella macchina produttiva europea. E se l’Europa soffre, l’Italia s’offre. Svende, delocalizza, si trasforma nella continua ricerca di restare in piedi. Così va il mondo.