“Oggi commemoriamo la strage di Monte Sole e Marzabotto, una delle tragedie più atroci e disumane della Seconda Guerra Mondiale e della storia del nostro Paese: tra settembre e ottobre del 1944, le truppe naziste, con l’aiuto di milizie fasciste, braccarono e massacrarono per giorni quasi 800 civili inermi. Non furono risparmiati nemmeno bambini, anziani e donne“.
È la comunicazione del ministro delle riforme istituzionali Elisabetta Casellati. A ottant’anni dalla strage è bene ricordare il lutto segnato dalla Storia anche in una fase in cui appare inopportuno e quasi scortese verso il governo in carica valorizzare ricorrenze relative ai fatti salienti della Seconda Guerra Mondiale e del suo strascico finale.
Elisabetta Casellati lo ha voluto fare anche se il suo ministero non aveva l’onere diretto di farlo. Averlo fatto e affidare la comunicazione all’Ansa ha il sapore come di smarcarsi culturalmente dal governo o fare le prove generali in caso il suo nome dovesse rispuntare fuori per un dopo Mattarella.
Ma c’è anche tutta un’attenzione e una ricollocazione del centro che non avendo una casa ha aumentato le sue quotazioni nei futuri schieramenti. I notiziari riportano di un sondaggio commissionato dal centrodestra per cui il campo largo sarebbe avanti dell’uno per cento sulle forze di governo in carico.
È chiaro che l’espressione “campo largo” dica tutto o niente, che pur essendo idea chiara e distinta ciò non si traduce in una vera ipotesi di governo, che tensioni e liti al suo interno oramai non fanno neanche più notizia … Ma si tratta pur sempre di uno scenario oppositivo al governo in carica che potrebbe scegliere di accroccarsi solo per il gusto di vincere. E con tanti esponenti centristi liberi da schieramenti precostituiti (un tempo facenti parte del centrodestra e oggi in battuta libera) e pronti a mettersi sul mercato, la vicenda della loro acquisizione diventa decisiva se il governo vorrà restare in carica ancora.
E non ci sono solo Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Giusy Versace da convincere. Loro l’avvicinamento lo hanno fatto con Noi Moderati, ma anche in questo caso si rinnoverebbe il problema con un’intera formazione.
Ad essere sensibile all’incetta di voti è anche la formazione di Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord. Che dalla sua ha l’ 1,5%.
In un sistema maggioritario ogni voto di centro vale per due perché deve essere conteggiate anche il voto in meno per l’altro schieramento a cui avrebbe potuto rivolgersi. Ma proprio per non dare valenza al bipolarismo che in Italia non ha mai sfondato, una riforma bipolare del nostro sistema elettivo non si farà.
Resteremo appesi alle decisioni finali che prenderanno lor signori e di lì si deciderà la piega decisiva da prendere per l’orientamento generale. E sarà lì tutto il nodo del contendere. Le memorie storiche, il valore da dare alla Resistenza italiana, altri fatti simbolici sui quali si discuterà fanno tutti da sfondo a questa determinazione fondamentale. E sarà decisa dalle varie Gelmini, Carfagna, Versace e Cateno De Luca.