“Crimine di guerra” ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto. “I militari italiani non si toccano”, ha ribadito Antonio Tajani ministro degli Esteri. E poi una frase importante. “I nostri soldati non sono Hezobollah”. Quasi a specificare il fatto che un equivoco di questo tipo sarebbe possibile in una logica binaria di guerra in cui si vedono solo nemici o amici.
L’esercito della Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite nasce nel 1978 nel tentativo di consentire ai territori libanesi, liberati dall’occupazione israeliana, di poter istituire l’organizzazione di una società formata e di uno Stato. Lo spiega perfettamente un video divulgativo dell’Ansa.
Serviva, in buona sostanza, a contenere o almeno dissuadere Israele dal tentare azioni belliche oltre confine in quell’area. Ad oggi possiamo serenamente dire che questa disposizione si è tradotta in un fallimento.
Il Libano, una volta ritiratisi completamente i contingenti israeliani, ha sostanzialmente rinunciato a prendere pieno possesso di quelle aree. L’Organizzazione di liberazione della Palestina pare agisse indisturbata in quelle zone. Erano aree soggetto all’errabonda occupazione di forze paramilitari islamiche che occupavano zone in quell’area come terra di nessuno dove poter agire in copertura. Del resto, era normale. C’era la garanzia di non trovare l’esercito israeliano mentre invece l’esercito Onu era indifferente ai movimenti di militari che non fossero l’oggetto del contendere in quella zona.
Non a caso la risoluzione n,1701 del 2006 richiamava il Libano al controllo dei propri territori per non fare sì che le aree fossero occupate da altri eserciti per manovre bellicistiche o che in quelle terre si svolgessero “attività ostili di qualsiasi tipo”.
L’insofferenza di Israele per quell’avamposto ONU nasce da queste premesse e non consiste in un’azione sporadica e di impazzimento. Che motivo avrebbero di farsi nemico l’ONU?
In più si deve rileggere il breve comunicato di Israele in cui asseriva che in quell’area si annidavano forze militari organizzate in loro danno. Forse ancor meglio dell’esecrazione che ci sta – è fuori discussione – bisognerebbe fare, ciascuno dei contraenti, un esame di coscienza. IN questo gioco sporco al massacro nessuno è pulito. Neanche noi che saremmo dovuti andar lì come forza di garanzia e di equilibrio e invece, in definitiva, riusciamo a sostenere l’una e l’altra parte. Come avviene ridicolmente nei nostri dibattiti.