I cicli dell’attività solare si ripetono a intervalli di tempo regolari. È stato osservato che ogni undici anni si tocca il punto massimo. Un picco, ad esempio, è stato raggiunto nel 1957. Gli altri momenti massimi sono stati più lievi. Le rilevazioni danno che dall’anno 1980 a oggi il trend risulta in discesa.
Tutto questo fino ad arrivare ai nostri giorni quando le osservazioni della Nasa attestano il fatto come il Sole abbia raggiunto il picco del suo attuale ciclo iniziato nel 2019. Si esaurirà tra 5-6 anni. A dirlo è sempre la Nasa, agenzia americana Noaa e il Gruppo internazionale di Previsione del Ciclo Solare.
Ma il ciclo non è concluso- Si protrarrà fino al prossimo anno. Questo significa altre tempeste geomagnetiche sulla Terra nel 2025.
Ma pur avendo le tempeste solari, sempre influenzato la vita sulla Terra, sono adesso ce ne preoccupiamo con specifica attenzione. È perché mettono a rischio satelliti ed elettricità.
Sull’attività del Sole si concentra anche l’attenzione di alcuni specialisti della fisica delle temperature terrestri adducendo a questa causa fondamentale la ragione dei cambiamenti climatici. Il fisico Zichichi in prima linea a difendere questa idea.
Ma come se le contese in Terra non fossero sufficienti, similmente a quanto capitava nell’antichità più remota, il dibattito attuale se la prende con le stelle e in particolare con quella che ci dà luce e calore per sussistere.
Non a caso il Sole ha rappresentato la raffigurazione del potere emanativo sulle cose da cui tutto discende. L’allegoria dei due Soli servì a Dante per fornire l’orientamento fondamentale sulle forme di potere, la Città del Sole in Tommaso Campanella serviva a dare i tratti di una società ideale e di per sé perfetta perché compiuta nei rapporti tra persone e cose. Un Sole nascente era raffigurazione ideologica del socialismo ad inizio Novecento.
Pare proprio che l’umanità abbia bisogno di strumentalizzare il simbolismo derivante da questa certezza extra-planetaria per dare forza trascendente ai propri convincimenti.
Oggi ancora è un po’ così, ma in senso diverso. Ce ne preoccupiamo perché potrebbe essere ostativo ai nostri gioielli lasciati nello spazio. Sono i giochi tecnologici che consentono il nostro stile di vita con l’utilizzo di informazioni in tempo reale un tempo invece affidati alla superstizione.
Né prima né dopo sembra, quindi, che la sua iconografia sia stata di qualche utilità. Forse di qualche consolatoria spiegazione. Ma non specificamente funzionale. Ora che rischia di andare contro le nostre regolari funzioni dettate dalla tecnologia, possiamo dire che troppa luce non giova. Tanto più se non prodotta da noi.