Diciamolo a mo’ di superare la responsabilità di dare dovizia di informazione. La Commissione europea per come è stata pensata ha tutti i crismi dell’organo destinato a partire con handicap. Mettere in fila le giuste rappresentative nazionali e in contempo il rispetto delle organicità determinate da un sistema di alleanza pur questo determinato da simpatie e antipatie tutte territoriali e un’operazione degna del più fine dei calcolatori. Sicuramente affideremo all’intelligenza artificiale anche l’onere di dirimere queste contese.
Ma mentre attendiamo di affidarci a questo grande strumento del futuro attuale abbiamo dalla nostra Super Mario. Draghi si era già distinto in un governo di unità nazionale che al confronto quello formato durante gli anni del terrorismo brigatista faceva ridere. Super Mario è stato l’uomo di garanzia per l’Unione Europea affinché arrivasse in Italia un fiume di danaro destinato alla sua ricostruzione dopo la grande crisi determinata dalla pandemia. Molti erano soldi in prestito. Altri a fondo perduto. Ma non trovi dietro l’angolo chi ti paga la ricostruzione ad oneri molto ragionevoli. E così l’operazione fu fatta con la sua garanzia anche perché inizialmente guidare la compagine di governo c’era lo sconosciuto Giuseppe Conte. Anzi! Un poco chiacchierato per la troppa simpatia stabilita con Trump.
Super Mario mise il sigillo per garantire l’operazione fino ad occuparsene di persona. Arrivato il pretesto dell’inceneritore fece le valige e scomparve dall’orizzonte come fa un vero super eroe.
Ora c’è di nuovo bisogno di lui. Ma nell’Unione Europea però sempre per salvare i suoi conterranei marrani, divisi e confusi.
In ballo c’è la squadra di Ursula von der Leyen. L’astuta donna fiutando i segni del tempo pare voglia cambiare casacca alla sua squadra. A farne le spese è il nostro povero Raffaele Fitto che potrebbe essere sacrificato sul ruolo di presidente di commissione a lui promesso e invece ora discusso dai socialisti europei che hanno in uggia il cambiamento d’aria generale.
E allora si apre una voragine per il doppio problema: chi eleggiamo a presidente di commissione che piaccia ai socialisti ma anche ai destrorsi che si affacciano arrembanti alla guida del mondo? Ma deve trattarsi di persona presa dall’italico contesto essendo il nostro paese fondatore dell’Unione.
Ed è ecco che dal cielo riappare lui. Il nostro Super Mario che se l’operazione avesse luogo sarebbe acclamato a Santo. Subito! In vita!
Super Mario trova in atto la condizione di “stallo alla messicana” (la citazione è d’obbligo perché stanno andando nelle sale i film di Quentin Tarantino). E lo schema è: A tiene sotto tiro B che tiene sotto tiro c che tiene sotto tiro A. Un’impasse tale da poter essere cristallizzata all’infinito. Nel gergo politico, più antico di quello dei gangster, si definisce “veti incrociati”. Socialisti e Democratici non intendono votare Fitto, Ursula lo difende perché facente parte degli accordi e si dice pronta a far saltare tutto, i Popolari si preparano a rivolgersi altrove qualora tutto saltasse ma non si sa se è un bluff o un campo di ricerca già sondato.
C’è quindi bisogno del quid che salva capre e cavoli. Ed è Santo Mario l’unico ad avere quel quid. Si chiede a tutti di non chiamarlo “l’uomo del destino” o il dantesco “vas d’elezione” … Sono espressioni che portano male.