Manifestazioni in quaranta città per lo sciopero generale indetto dalle sigle sindacali Cgil e Uil. A Torino ci sono stati anche degli scontri per eccessi di gruppi cosiddetti autonomi con strascico di immagini di Meloni e rappresentanti del governo al fuoco.
Fa parte della scena o del rituale tipico della nostra democrazia dove l’indizione della mobilitazione generale da parte del sindacato costituisce uno degli appuntamenti presenti nel dibattito e che divide ritualmente favorevoli o contrari.
Ma la scena di oggi ha attori inusitati tra i manifestanti. Ha marciato anche Elly Schlein in adesione alle ragioni di questa mobilitazione contro la legge finanziaria che, secondo gli scioperanti: “penalizza le classi lavoratrici, il settore produttivo, per favorire solo le banche e chi realizza armi per la guerra”.
Pieno diritto di qualsiasi cittadino di aderire a una manifestazione, ma la presenza di personalità politiche aggiunge qualcosa di troppo e di eccessivo alle ragioni della stessa. Chiaramente non c’è alcuna sorpresa nel vedere Elly Schein aderire alle ragioni per cui i lavoratori si sono mobilitati. La presenza di rappresentanti della scena politica però finisce per togliere qualcosa alle ragioni di quella manifestazione per aggiungere qualcos’altro che manca ai soggetti politici in questione. Sia in termini di credibilità e visibilità presso i lavoratori.
Se il sindacato e i lavoratori hanno scelto lo sciopero e la piazza, e sia! Questo momento però è un loro momento. Aggiungere la persona di addetti ai lavori in sede legislativa toglie molto alle ragioni, buone o cattive, di questo sciopero. Rafforza, invece, le ragioni di coloro che ritengono queste manifestazioni artatamente costruite per inscenare l’opposizione al governo. Opposizione che in Parlamento appare inefficace visto che non riesce a portare a casa alcun punto sul progetto di finanziaria in itinere.
In effetti toglie motivazioni alle ragioni sviluppate dalla società reale per condividere la scena coi personaggi già fin troppo presenti nel dibattito ordinario.
Elly Schlein e i suoi stanno sempre in tivvù a dire la loro. Questo è il momento di ascoltare, fare qualche passo indietro e dare il pieno della scena a chi ha deciso di manifestare rinunciando a un giorno di paga.
L’autogol di Elly Schlein fa segnare un punto in più alle ragioni del governo che a maggior ragione potrà continuare a sostenere la funzione del sindacato come cerniera di continuità con l’organizzazione politica della sinistra. Un errore che non doveva essere concesso.
D’altra parte chi aveva maggiore esperienza di lei fece lo stesso errore. Fu Massimo D’Alema che partecipò a una manifestazione anti-governativa pur facendo parte del primo governo di centrosinistra del paese. Pare che la piazza per alcuni resti una vocazione più grande. Bene! Ci restino però. Senza ambire ai vantaggi di posizioni di dirigenza che sono al riparo dal costo della vita sempre più alto e da una forza d’acquisto dello stipendio ridotta.