Quello romano è solo la punta di iceberg del Non-sistema-paese che deve sempre farsi perdonare per qualche inefficienza. E non serve millantare tanta simpatia umana o ricordare le grandi ricchezze archeologico, storico-architettoniche presenti nel paese. Tra poco potrebbero essere considerate fatue dal resto del mondo oppure il piacere di stare in Italia – e nello specifico a Roma – non è sufficiente allo stress che si deve vivere nel suo breve soggiorno.
Ma il fondo questa città e il Non-sistema-paese lo raggiungono sempre nel pellegrinaggio per il Giubileo, sia questo straordinario che ordinario. Lavori che sono ultimati sempre fuori tempo, quelle che sembrano grandi opere pubbliche impossibile da realizzare sono infrastrutture ordinarie negli altri paesi.
Si dice sempre: il Giubileo è una sfida. Bene! E Roma ogni volta la perde. A questo punto ci sarebbe quasi da rallegrarsi per aver perso l’Expo: la figuraccia sarebbe stata ancor più mondiale. Perché è chiaro che in questo clima aumenta anche la sfiducia sui propri mezzi.
La questione che ci portiamo consiste nei problemi tipicamente emergenti durante la pianificazione. Eppure, essendo stata colpita da disastri naturali molto spesso dovrebbe aver collaudato un sistema efficiente, in grado di dare risposte adeguate in poco tempo. Unica grande eccezione è stato la realizzazione del Ponte di Genova sull’autodistruzione del Ponte Morandi.
IN altri ambiti Roma è in attesa della Metro C. Il Sud è in attesa del Ponte sullo Stretto. La Gronda di Genova sulla quale poi si è addirittura soprasseduto. Una condizione per la quale la finanza internazionale è maggiormente restia oggi a darci un sostegno divenendo partner poco affidabili.
Noi sappiamo tutti che le responsabilità del Non-sistema-italia sono attribuibili a una miriade di soggetti ed ai loro strapoteri: soprintendenze e capacità di porre degli stop insormontabili, corruzione presente e rischio di infiltrazione di sistemi mafiosi, inefficienza o poca motivazione professionale del personale diretto alle operatività, litigiosità o poca risolutezza della sfera decisionale rappresentata in modo general generico dalla politica, burocratismo e cavillosità di certe procedure strettamente amministrative nate per essere momenti di garanzia ma tradotte in intralci e fasi rallentanti …
E allora diventa necessario ripensare a tutto il sistema. Riformarlo. Un modo per ottenere indulgenza da un Giubileo che ha scoperto tutti i nostri peccati originari. Riforma decisiva che dovrebbe guardare ai rari casi in qui qualcosa ha funzionato. Riprendiamo il caso del Ponte di Genova. In quel caso, fortemente urtato il sentimento popolare e la credibilità di un paese, la corsa è stata nel dimostrare la capacità di saperlo rimettere in piedi, il ponte. E si è riusciti in questo grande sforzo che per la necessità funzionale e di immagine ha comportato il superamento di tanti intralci.