Già nel ‘ due zero due quattro ‘ si preannunciava una ripetizione. Ed in effetti c’è stata. La vittoria alle elezioni americane di Donald Trump, dopo però lo iato di un diverso mandato elettorale gestito dal Joe Biden. Ed il due è un elemento che ritorna in queste elezioni che non potrebbero essere concepibili senza un altro due. Quello di Elon Musk eminenza grigia di queste elezioni ed entrato a corte del nuovo sovrano statunitense.
Ma il vero due, intese come le grandi categorie logiche delle dottrine politiche, vedono la crisi e forse il tramonto delle socialdemocrazie (i governi di Scholz e Macron) ed invece l’affermazione del neoliberismo (Trump e prima di lui nel novembre 2023 Milei). L’instabilità sembra essere la nota caratterizzante dell’anno che se ne va. Lo testimonia anche il caso clamoroso dell’annullamento delle elezioni in Romania per via delle contaminazioni su Tik Tok da parte dei russi. A cui fa il due la crisi spagnola stavolta dovuta all’alluvione che incrina la credibilità della casa regnante.
Tutta l’Unione Europea fa registrare una tendenza a destra anche se il quadro politico generale, pur a fatica, riesce a tenere negando quel bipolarismo che è sempre predicato nei pistolotti di democrazia liberale.
Si diceva che l’Europa cambia la scena in modo sorprendente. Nel Regno Unito vince le elezioni Keir Starmer, laburista. Ma in Francia il mondo del riformismo ha grossi problemi che convincono Emanuel Macron a indire nuove elezioni per il rinnovo dell’assemblea legislativa, pur in condizioni di rapporti di forza per lui del tutto sfavorevoli. Riesce a tenere in piedi una soluzione di neocentrismo ma l’esperimento e il temporeggiamento per lui pare non funzionino.
La prova di tenuta in una crisi generale è data dalle Olimpiadi i cui segni salienti che saranno ricordati non sono le competizioni o i primati, bensì altri due: il match pugilistico tra due donne e la contaminazione della Senna che obbliga la disputa della gara di canottaggio in altra collocazione.
Sempre in tema di due ci sono le muse che ci hanno lasciato in questo anno. Forse potremmo scomodare l’espressione dee, perché questo sono state nell’immaginario dello scorso secolo, al di là della carriera effettivamente interpretata. Sono Jaime Birkin e Anouk Aimée. Ma tra i grandi assenti, e sempre dalla terra di Francia, si deve aggiungere un altro mito: Alain Delon.
E restando in tema del due e di autentici miti, stavolta sul campo di Calcio, il mondo saluta l’addio di Johannes Neeskens e di Gigi Riva. Due personalità calcistiche assolute che ebbero il merito di cambiare il loro mondo e le concezioni di gioco. Insieme nel ricordo della scomparsa va ricordato anche, Andreas Breheme, terzino-regista di grande classe anche lui andatosene durante questo anno alle porte. E ancora il Calcio durante questo anno che se ne va celebra il commiato a Sven Goran Eriksson e a Totò Schillaci.
La letteratura mondiale perde un grandissimo, Paul Auster. La sua Trilogia di New York resterà per sempre. Tra le grandi menti che ci hanno salutato nell’anno che se ne va c’è anche Peter Higgs. Dette materia al nulla. Il fisico nel 1964 aveva teorizzato l’esistenza reale di questa particella dell’infinitamente piccolo chiamata bosone. Dovette aspettare il 2012 per trovare conferma e ciò gli valse il Nobel per la Fisica.
Il mondo di lutti ne conosce una miriade, anche di persone totalmente sconosciute morte per i bombardamenti sulla Striscia di Gaza e in Ucraina. Ma rompere l’incantesimo di questo altro due c’è il sopraggiungere di un rovesciamento di governo in Siria, vicenda che complica ulteriormente la già delicata situazione in Medio Oriente.
Come sempre, il bilancio di fine anno è impossibile se fatto a fine anno. Resterà da vedere se nel nuovo l’introduzione dell’elemento dispari romperà la ripetizione fissa del due registrata nell’anno che se ne va.