Due variabili sono troppe in campo internazionale. La prima consiste nella temperatura media che sta andando in una direzione opposta a quella del riscaldamento planetario. La seconda consiste nella crisi del gas già propiziata dalla guerra russo ucraina che ha fatto perdere all’Italia e all’Europa il migliore dei fornitori di energia. A questa ultima era stata data risposta attraverso con la fornitura di nuovi mercati ma è proprio qui che il film potrebbe avere la versione drammatica. Il famoso America First di Donald Trump con la complicanza sulle esportazioni americane potrebbe creare grandi problemi.
Alla base deve essere garantito il modo per cui la fornitura di gas abbia riserve certe, abbondanti e non soggette al killeraggio commerciale a cui stanno andando incontro i picchi di domanda.
Da parte del governo il ministro Pichetto Fratin ha assicurato su un piano atto a garantire metano a prezzi calmierati per l’industria, che resta il principale problema.
In corso quindi c’è l’attuazione di due diversi piani di intervento. E vale chiaramente sia per noi che per il resto d’Europa. Innanzitutto agire affinché il prezzo di una fonte non sia determinante per l’aumento dell’altra fonte. Fonti fossili e rinnovabili devono viaggiare su compartimenti totalmente diversi.
Ma il problema resta sempre laddove le temperature dovessero abbassarsi ulteriormente – con buona pace dei catastrofisti del surriscaldamento del pianeta. Nel caso facesse più freddo semplicemente ci sarebbe bisogno di pompare più gas. In questa direzione allora ci si deve assicurare affinché sussistano giacenze e stoccaggi con riserve di Gnl (gas naturale liquefatto).
E siamo in un’età di tali ribaltamenti tecno-visionari per cui è l’economia a dare il criterio di interpretazione credibile delle variazioni di temperatura sulla Terra. Ci sarà un freddo anomalo, si dice. Anomalo sempre in riferimento alle previsioni sbagliate – va sottolineato ma in pochi lo fanno. Non a caso il rapporto di Goldman Sachs prevede che il prezzo del gas arriverà ad ottantaquattro euro a megawattora.
Cambiano così i parametri coi quali si interpretava e si interpreta oggi il livello di sicurezza sociale per i consumi ordinari. L’ottanta per cento a cui si indirizzavano gli stoccaggi, secondo il criterio conosciuto, potrebbero non esser più sufficienti. Occorre quindi implementare le riserve.
Ed ancora è l’economia reale a darci un quadro allarmante delle garanzie sugli standard di tutela. Infatti secondo London Stock Exchange le esportazioni di Gnl dagli Stati Unit sono arrivati al massimo. Esistono due nuovi impianti, in Texas e in Louisiana, tali da porsi come leader mondiale. I mercati a cui sono rivolti sono i nostri per cui per tutelarci dall’inverno con prevedibile aumento dei prezzi dovrà pensarci sempre lo Zio Sam.
Ma, si ripete, c’è di mezzo l’incognita Trump. Si dovrà verificare come e quanto il suo proposito di mettere dazi possa trovare reale applicazione. E di mezzo c’è anche la tendenza fondamentale del capitalismo per cui è questo il momento magico per speculare sul combustile ai nostri danni.
Ma non solo gli americani, anche Qatar, Algeria e Azerbaigian hanno avuto incremento sui loro mercati del settore grazie alla guerra in Ucraina.
E nuovamente l’Europa si accorge di pagare tanto per il repentino passaggio della Russia da amico commerciale a paese a cui porre l’ostracismo economico. Dipenderà dal freddo che fa capire quanto siano percorribili per l’Unione scelte di campo come queste.