Era stata per un giorno anche papabile per essere eletta Presidente della repubblica. Qualcuno (Matteo Renzi) aveva fatto notare che una persona a conoscenza dei segreti di Stato non poteva assurgere alla massima carica di Stato – E non si capisce effettivamente il perché di questa asserzione – così l’eletta da Mario Draghi divenne un’ipotesi sfumata per il Quirinale.
Da allora quel che è dato da sapere non si sa. Non si capisce cosa porti alle dimissioni di un ruolo apicale al massimo livello delle responsabilità. Con un Giubileo appena aperto, quindi con la normalità di ingressi e infiltrazioni in ogni dove. Due conflitti ancora in essere. La giornalista italiana tenuta in prigionia a Teheran. … C’è dell’altro?
In altri tempi si sarebbero almeno inventati delle cause personali anche se non vere. Significherebbe avere maggiore rispetto per i lettori e gli italiani tutti. E invece trapela, ma non si sa, di continui scontri con il sottosegretario Alberto Mantovano. Si dice di una sfuriata del ministro degli Esteri Antonio Tajani che avrebbe conseguito una sua intervista su La Repubblica da cui non trapelano però dissapori. Si insiste nel ribadire un rapporto cordiale con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Però è anche vero che la fuga in avanti a corte di Elon Musk e la prima apertura sui sistemi di sicurezza satellitare possa essere non piaciuta a chi costantemente si occupa di questioni come queste.
Troppe congetture per un livello di informazione che dovrebbe essere una garanzia di trasparenza in un paese democratico. Del resto stiamo parlando di servizi segreti e nulla darebbe garanzia al loro funzionamento se fossero troppo trasparenti. Il problema è che non lo sono neanche per approssimazione. Neanche c’è il tentativo di costruire una versione fededegna.
Si deve accettare questa uscita di scena in modo sic et simpliciter. Dall’altra parte potrebbe profilarsi una prospettiva per Elisabetta Belloni e cioè a rappresentare la presidenza della Commissione Europea sulla sicurezza e l’immigrazione.
Un modo di saltare a pie’ pari trafile e selezioni da parte del governo per entrare subito a corte di Ursula Van Der Leyen.
Se di prospettive personali, si tratta, ebbene, si dica esplicitamente. Se di ragioni strettamente personali, si dica altrettanto senza menzione alla specificità di queste ragioni. Aiuterebbe a sgombrare il campo su interpretazioni gossippare che trovano forza sul fatto per cui le dimissioni a cinque mesi dalla scadenza non le dà nessuno.
E sarà un’altra questione bollente sulla quale dovrà rispondere la povera Giorgia a cui arrivano sempre i problemi e mai le soluzioni.