Tutti se lo aspettavano ma nessuno avrebbe previsto che sarebbe stato il primo atto firmato una volta arrivato alla Casa Bianca. Donald Trump ha graziato quelli che avevano messo in scena un’insurrezione a Capital Hill il 6 gennaio 2021. Fa parte dei sette ordini esecutivi siglati da Trump come tra i primi atti ufficiali al suo insediamento.
E poi ci sono delle bazzecole di cui tutto il mondo discute e si divide. L’Accordo di Parigi sul clima: gli Stati Uniti escono con il risparmio previsto di tre miliardi. Ci si libera anche della misura per cui un veicolo su due di quelli che erano venduti negli Stati Uniti doveva essere elettrico. Limite che sarebbe diventato esecutivo nel 2030. Niente più, via libera! Meno liberi invece i dipendenti federali che non potranno più lavorare da casa. Via libera invece all’intelligenza artificiali superando prescrizioni e paletti posti dal predecessore. Conferma anche della moratoria all’immigrazione con ordini esecutivi con il dispiegamento di forze militari per limitare gli afflussi dal Messico. Cancellato lo ius soli con cui si acquisisce un diritto di cittadinanza in America perché nati su quella terra. Liberatoria su Tik Tok. Anche se i cinesi controllano la vita dei suoi utenti. Sono tutti bambini e si sono risolti problemi più grandi. E poi altre questioni che sembrano di poco conto ma non lo sono: tipo l’uscita degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, così come aveva fatto il primo Trump.
E poi c’è l’applicazione ferrea dello spoil system per cui licenzierà tante persone che non ha nominato lui e che, ritiene, non condividano il progetto di far tornare l’America grande.
Gli si possono attribuire tanti difetti a Trump ma non l’incoerenza. La sua sembra una corsa contro il tempo per tutto quello che ritiene gli abbiano fatto perdere con la precedente presidenza americana. I quattro anni che lo hanno preceduto lo hanno reso ancora più famelico di risultati e senza scrupoli. Non teme di diventare antipatico. Per come è il pieno lo ha già fatto e se è riuscito a diventare presidente vuol dire che la strada prefissata è quella giusta.
Almeno per lui. Ora si dovrà vedere quando arriverà a dirimere questioni che investono la nostra antica, rituale, burocratica e altezzosa Europa. L’appuntamento per noi sarà a questo punto.