Come avevamo detto, la vera versione di Trump l’avremmo ascoltata a Davos al World Economic Forum. Ci dice in breve che “il green deal è un imbroglio”. Riduce la guerra in Ucraina a una lotta causata dal costo del petrolio: se costasse meno non avremmo questa guerra. E poi si carica di tutti i meriti per la tregua a Gaza. Stavolta parla in telecollegamento. Come era stato previsto, quindi.
La sua missione annunciata consiste in tagliare le tasse. Fare questo è possibile con una serie di mosse che ha teso a spiegare. Nell’obiettivo annunciato c’è però anche una preghiera. Quella di non delocalizzare – tendenza che sta prendendo la grande industria in tutti i paesi: andarsene fuori per trovare le famose condizioni favorevoli. “Producete in America! – chiara esortazione da neopresidente degli Stati Uniti – Se non lo farete, dovrete pagare i dazi”. E poi fa lo spaccone dichiarando di aver ricevuto già proposte di interesse per grandi investimenti negli Stati Uniti. Tra questi quello dell’Arabia Saudita.
In più chi produce in America si vedrà diminuita l’aliquota sul reddito delle aziende. Trump intende portarla al quindici per cento. E sarebbe allora molto interessante per diverse aziende in tutto il mondo.
Confermato anche l’obiettivo di fermare l’immigrazione e rigettare indietro molta immigrazione indesiderata e non occupata. “Fermeremo l’invasione”. Il riferimento è sempre ai migranti – come al solito non procede a sottili metafore.
Sulla guerra si prende il merito di aver sedato la crisi del Medio Oriente con una tregua preparata mentre era in preparativo per l’ingresso ufficiale in Casa Bianca. E così magnifica le performance del suo staff dirigenziale dicendo che intenderà agire con la massima velocità.
E poi arriva la perla concettuale. “Se il petrolio costasse meno, la guerra tra Russia e Ucraina finirebbe immediatamente”. Le ragioni si immaginano derivino dal fatto che non ci sarebbe bisogno del gas della Russia, quindi perderebbe interesse il versante conflittuale. E poi dice di voler incontrare Putin per chiudere anche questa guerra.
Ma con questo nuovo rilancio al petrolio e alle fonti di energia tradizionali, Trump implicitamente afferma un’apertura massima ai paesi arabi. Infatti: “chiederò all’Opec e a Riad di abbassare i prezzi “. Dice sempre senza perifrasi che “l’industria green è un imbroglio. Lasceremo che la gente compri le auto che vuole”. , ha proseguito Trump. “Chiederò che i tassi di interesse calino. Dovrebbero calare un tutto il mondo”.
E poi se la prende con noi, povera Europa in crisi che sta a guardare e prende atto del verbo dei grandi. “L’Europa ci ha trattato molto male, farò qualcosa in merito al nostro deficit commerciale con l’Ue” e non dimentica di menzionare direttamente l’Unione Europea come causa di tutto questo.
Ma è solo l’inizio. Difficilmente addiverrà a più miti consigli.