Oramai è Trump mania. A vario titolo sono diversi i personaggi che cercano di imitare il neoeletto presidente degli Stati Uniti d’America. Non serve essere già affermati e ricoprire cariche di governo. Si può fare di più. Essere protagonisti di un progetto che si pone senza infingimenti e senza bisogni di genuflessioni verso qualche conventicola del buon senso comune o di qualche potentato in uso a predicare miti consigli.
Dire pane al pane. Mostrare la propria visceralità nelle sedi pubbliche e attuarla nelle misure di governo senza attenuazioni. La gente capisce, la gente è con noi. Dall’altra parte il mondo dell’altra sfera politica ha buon gioco a chiosare, etichettare, associare certi atteggiamenti a quelli di una dittatura che fu. Ogni critica di maniera fornisce coraggio al nuovo soggetto imperante.
Il lato divertente consiste anche nel cercare di definire il mondo del nuovo governo trionfante. Ma è un esercizio che si lascia comodamente al mondo progressista. Ogni associazione e stigmatizzazione è musica per le orecchie dei denigrati che decidono e vanno avanti.
L’ultima misura che riscuote tanto glamour è l’uscita dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, conosciuta internazionalmente come WHO: World Health Organization. Nei precedenti anni l’Organizzazione si era presa gli strali del movimento negazionista, prima dell’esistenza del virus e poi della funzionalità del vaccino che doveva debellarlo. D’altra parte la stessa WHO non dette grande prova di sé quando in piena pandemia si limitò a divulgare un vademecum per evitare i contagi che somigliavano ai consigli della nonna.
L’WHO è nata con l’utopia di mettere in piedi una sanità internazionale in grado di dialogare in merito alle ricerche scientifiche e alle innovazioni tecnologiche più importanti nella Sanità. Un modo per far diventare una scoperta sul tema della cura della salute qualcosa di accessibile a tutti i luoghi del mondo e ovunque poter migliorare le prospettive di alcune intuizioni tese a far uscire l’umanità da una impasse sanitaria.
I risultati sono andati ben diversamente dalle prospettive. Si è limitato a una mega struttura tesa a dispensare consigli su buone pratiche, ma sostanzialmente essere dietro alle grandi attività di ricerca.
C’è chi vorrebbe riformare questa struttura perché oramai incapace di gestire un reale ruolo di coordinamento. Nell’età della telematica si sa tutto in tempo reale se si vuole far sapere. Non si sa niente in caso opposto. Il caso della pandemia di Covid ce lo conferma tristemente.
Secondo Trump oramai è uno strumento che appartiene alla preistoria e come tale va dismessa l’adesione degli Stati Uniti. Sarebbe un colpo dal quale l’Organizzazione potrebbe non riprendersi. Un segno epocale che detta una grande novità ma il pericolo di un grande arretramento nel lavoro lento e paziente di trovare un governo universalistico dei problemi del mondo.
Inevitabile il coro dei nostri. L’occasione era buona, d’altra parte, per replicare un argomento polemico assai sentito in un mondo elettorale che guarda a destra.
Solo che i nostri debbono capire il valore del protagonismo delle scelte e il senso della primogenitura. Se segui l’indicazione di un altro, anche se è il presidente degli Stati Uniti, sei gregge, non sei guida.