Un Giorno di Gloria per l’Italia
Oggi, 17 marzo, celebriamo la proclamazione del Regno d’Italia, un evento che segnò la nascita ufficiale della nostra nazione come stato unitario. Eppure, questo anniversario viene spesso ignorato o relegato a una nota a margine della storia, schiacciato da un mondialismo dilagante che sembra vergognarsi dell’identità nazionale. Ma noi non dimentichiamo: il 17 marzo 1861 è la data in cui l’Italia risorse, forgiata dal coraggio e dal sacrificio dei suoi figli migliori.
Cenni storici: Dall’idea alla realtà
L’unificazione italiana non fu un dono, ma il frutto di una lotta lunga e complessa. Il Risorgimento, con le sue guerre d’indipendenza, le insurrezioni popolari e l’azione diplomatica di uomini come Cavour e Mazzini, portò finalmente al riconoscimento di un’Italia unita sotto la corona di Vittorio Emanuele II. Con il proclama del 17 marzo 1861, il Parlamento subalpino sancì ufficialmente la nascita del Regno d’Italia, con Torino come prima capitale. Questo atto non concluse il processo di unificazione, ma segnò un passaggio epocale verso un’Italia sovrana e indipendente.
Perché viene festeggiato (o perché dovrebbe esserlo di più)
Ogni nazione che si rispetti onora le proprie radici, ma in Italia assistiamo a un paradosso: si celebra ogni festività internazionale, ma ci si dimentica della nostra storia. Il 17 marzo non è solo una data: è il simbolo della nostra identità, della nostra sovranità, della nostra indipendenza. Non ricordarlo significa svendere il sacrificio di coloro che hanno dato la vita per l’unificazione e la libertà dell’Italia.
La minaccia del mondialismo e il disprezzo per la nazione
Oggi, in un’epoca in cui il patriottismo viene etichettato come “retrivo” o “fascistoide”, ci viene chiesto di dissolverci in un’Europa senza volto, senza storia, senza radici. Ci si chiede di vergognarci di ciò che siamo, di mettere da parte la nostra bandiera per abbracciare un indistinto “villaggio globale” che cancella ogni identità. Questo atteggiamento non è progresso, ma decadenza: una nazione che dimentica se stessa è una nazione destinata a scomparire.
Perché è giusto ricordare il 17 marzo
Ricordare il 17 marzo significa ricordare chi siamo. Significa opporsi a chi vorrebbe ridurre l’Italia a un’espressione geografica priva di anima. Significa difendere l’eredità dei nostri avi e trasmetterla alle future generazioni. Chi rifiuta la propria identità per paura di essere etichettato come “troppo nazionalista” dimostra solo servilismo verso un globalismo che non ci vuole forti, ma deboli e sottomessi.
Oggi, quindi, celebriamo con orgoglio il giorno della proclamazione del Regno d’Italia. Onoriamo chi ha combattuto per darci una patria e riprendiamoci il diritto di essere fieri di essere italiani. Perché l’Italia non è un concetto astratto: l’Italia siamo noi, e noi non dimentichiamo.