Il 2016 ha segnato due nuovi record climatici per le regioni artiche: temperature 20 gradi al di sopra della media stagionale e riduzione del 20% della superficie ghiacciata rispetto alla media degli ultimi 30 anni. Lo stato di salute del clima Artico è una sentinella, che annuncia un cambio di velocità negli effetti del cambiamento climatico, con effetti che si manifestano anche molto lontano dal Polo Nord. A pagarne le conseguenze sono gli organismi viventi che popolano i mari dell’Artico, ma anche la barriera corallina australiana. Ancora più preoccupante l’effetto sulle comunità vulnerabili ai disastri ambientali. Nel 2015 i rifugiati ambientali hanno superato in numero quelli in fuga da conflitti armati. Anche la situazione geopolitica si surriscalda per l’Artico, oggetto delle mire espansionistiche Russe che si scontrano con gli interessi cinesi verso la zona Polare, dove dove la Cina ha installato nel 2004 la sua prima base scientifica. Nel frattempo si avvicina l’insediamento del Presidente Trump, che ha scelto l’ex numero uno del colosso petrolifero Exxon Mobil come segretario di stato.
Come effetto delle alte temperature registrate negli ultimi due mesi, la superficie ghiacciata si sta assottigliando. Durante una spedizione scientifica a bordo della nave Lance, i ricercatori dell’Istituto Polare Norvegese si sono trovati immersi nelle fredde acque dell’oceano Artico.
La dimostrazione scientifica del fatto che i record climatici del 2016 nella regione artica siano dovuti alle attività umane è arrivata dai ricercatori del gruppo World Weather Attribution. Hanno mostrato che l’eccezionale aumento delle temperature nella regione Artica è uno degli effetti del cambiamento climatico. In particolare gli scienziati hanno stimato che oggila probabilità di avere temperature così alte è di circa 1 volta ogni 50 anni, mentre nel 1990 si attestava a 1 volta ogni 1000 anni.
Quanto più la differenza tra le temperature della regione artica e quella delle regioni calde confinanti diminuisce, tanto più frequenti saranno gli eventi climatici estremi a tutte le latitudini.
Il cambiamento climatico non mostra i suoi effetti solo nell’artico. L’area del Mediterraneo è particolarmente soggetta a ondate di calore e siccità. Il terreno, sempre meno resiliente, fatica a immagazzinare nuove riserve di acqua. La siccità registrata nei giorni scorsi a Palermo è un esempio, aggravato dallo stato in cui versa l’acquedotto locale. L’Italia prepara un piano per incrementare il riciclo e riuso delle acque e ammodernare gli acquedotti entro il 2020.