di Alberto Zei
Per meglio comprendere quali reali probabilità sussistono che il terribile dittatore Kim Jong–un lanci un attacco missilistico nucleare di cui si parla in questi ultimi tempi, alcuni importanti fattori che mettono in evidenza la faccia nascosta della medaglia. Sono proprio questi fattori che fanno comprendere in modo più chiaro, le scarse possibilità che sussistono per la Corea del Nord di lanciare un attacco missilistico nucleare in Occidente e in particolare in Usa.
Va detto che le recenti sperimentazioni nucleari mettono in evidenza le attuali carenze tecniche della stessa Corea. Infatti, a fronte dell’ultimo test nucleare sotterraneo, consistito nella esplosione di un ordigno a fusione, ovvero della cosiddetta bomba H, la Corea del Nord intende dimostrare la propria potenza militare e la serie possibilità di un attacco all’Occidente con questo tipo di armi.
Ma le difficoltà di offesa militare che Pyongyang accusa, iniziano dalla mancanza di cariche a fissione, ossia, di bombe atomiche, capaci per peso e dimensioni ridotte di essere trasportate sui vettori missilistici intercontinentali. Per utilizzare armi nucleari per testate missilistiche è necessario miniaturizzare peso e dimensioni , come quelle che Russia e America hanno magistralmente realizzato.
Ora per far esplodere una carica nucleare del tipo bomba H, occorre dotare il sistema di un detonatore che per questo tipo di ordigni, è una bomba atomica. Ma se neppure i missili coreani intercontinentali sono ancora in grado di trasportare una bomba atomica a maggior ragione non sarebbero in condizione di trasportare il maggior peso e volume rappresentato dalla carica H. Non solo, ma dalla ostentata dimostrazione di un esperimento eseguito a terra, o più
esattamente nel sottosuolo, si comprende che la plateale minaccia non sia niente di più che un bluff. Tuttavia il maggior pericolo rappresentato dalla Corea e quello dei suoi esperimenti sotterranei perché è con questi e non con i missili, che sta cercando di affinare e miniaturizzare le armi.
Certamente le cose cambieranno prima o poi; ciò che oggi non può essere, domani sarà possibile. Ma “domani è un altro giorno e si vedrà”. Il tempo sarà sicuramente sufficiente anche ad annullare in altro modo, il pericolo che la Corea si doti di quelle armi che fino ad oggi non possiede.
Per quanto riguarda il tempo di realizzazione di ordigni nucleari miniaturizzati, come prima accennato, una cosa è sperimentare un dispositivo di fusione H a terra, altro, è renderlo trasportabile con i missili attualmente disponibili e con altri ancora da realizzare o da potenziare.
Di tempo quindi ce ne passa; tempo dell’ordine di diversi mesi se non addirittura di un anno e può mia più.
Non basterebbe però alla Corea del Nord dotarsi di un capo serie o di alcuni esemplari di serie senza ricorrere alla produzione di scala per ottenere una dotazione che soddisfi almeno in parte, le proprie velleità. Ma oltre le velleità della Corea del Nord vi sono anche le velleità degli altri Stati ; e da qui a un anno, molte cose potranno cambiare.