“Mediterraneo, il confronto- Un’esperienza da valorizzare”. Questo il tema dell’incontro organizzato a Roma, al Circolo Ufficiali della Marina a Lungotevere Flaminio, da “OMeGA”, “Osservatorio Mediterraneo di Geopolitica e Antropologia”: associazione culturale, senza fini di lucro, apartitica e aconfessionale, che vuol promuovere una migliore conoscenza del Mediterraneo e dei Paesi che vi si affacciano, sul piano geopolitico, antropologico, socio-economico (mediante convegni, interventi sulla stampa, incontri variamente organizzati). Occasione prima dell’ incontro è stato un bilancio critico della regata per la pace “Lungo le rotte del corallo”, organizzata da OMeGA, tra Sardegna e Tunisia, a luglio scorso.
“Nati nel 2010”, ha precisato Enrico la Rosa, Ammiraglio in pensione, già operante in gruppi di lavoro NATO per operazioni di peacekeeping, presidente di OMeGA, “nel 2011 avevamo già, in attivo, un convegno sul Sahara Occidentale (dove da un quarantennio, ormai, nell’ indifferenza del “circo mediatico”, è in corso la guerra del Polisario: tema ripreso proprio oggi, 11 dicembre, con la nostra partecipazione a un altro incontro organizzato qui a Roma, all’ auditorium “Giuseppe Avolio”, dal Fronte Polisario, con la presenza di varie rappresentanze diplomatiche). E, nel 2016, un altro su “Siria e Muri del Mediterraneo”; l’estate scorsa, con l’ ok delle Ambasciate di Tunisia e Algeria, abbiamo fatto questa regata. Soprattutto per promuovere il dialogo tra le varie sponde del Mediterraneo, partendo dai rapporti fra l’ Italia e la Tunisia, il Paese che nel 2011 dette il “la” alle Primavere arabe, oggi purtroppo arenatesi (e, comunque, mai adeguatamente capite dall’ Occidente). Nel 2018 organizzeremo invece, con un giro intorno alla Sardegna, una regata, in sostanza, sulle criticità del Mediterraneo. Per il 2019, infine, vogliamo riprendere la rotta per l’ Algeria”.
La regata del 2018 (sempre parte integrante del progetto di OMeGA “Rotte mediterranee”), col patrocinio, anche stavolta, della Fondazione Sardegna e altri enti e associazioni, si baserà sulla presenza di piu’ imbarcazioni, sicure e dotate d’ ogni confort, appositamente noleggiate.”Inizierà – spiega La Rosa – con prima tappa Carloforte, all’ isola di S.Pietro( Sardegna sudoccidentale): sede di una delle ultime tonnare del Mediterraneo, dove, con vari operatori economici, parleremo di allevamento ittico oggi. Tappa successiva, Alghero, centro dove tuttora è forte, anzitutto nel dialetto, l’influenza catalana: qui parleremo di spinte localiste nel mondo globalizzato. Toccheremo poi La Maddalena e Caprera, dove ci occuperemo di sport nautico (e, possibilmente, anche di trasporti e inquinamento ambientale) nel Mediterraneo; e in seguito, S. Maria Navarrese (Nuoro), nuovamente sulla costa centrorientale della Sardegna, zona famosa per i suoi impervi costoni rocciosi, ottimi per l’alpinismo. Qui organizzeremo, possibilmente, anche un convegno sui “cammini della fede”, come per S.Jago di Compostela (ce ne sono diversi anche in Sardegna): con finale ritorno a Cagliari, dove si terrà un convegno conclusivo”.
Come si vede, la nuova edizione della regata tocchera’ piu’ aspetti: dialogo interreligioso, politica, temi economici, ambientali (come la riduzione della fauna ittica mediterranea, causata dall’ inquinamento), sportivi. “Nel Mediterraneo – prosegue La Rosa – il clima geopolitico, a parte varie battaglie decisive per la storia dell’ umanità ( Salamina, Azio, Lepanto, ecc…), in passato è stato sempre improntato al dialogo e agli scambi (commerciali, culturali, religiosi, ecc…) Poi, dal XVI al XIX secolo, con le scoperte geografiche, le guerre e l’espansione coloniale europea, il “Mare nostrum” è diventato campo di battaglia tra le grandi potenze; e a questo status, “mutatis mutandis”, è tornato, purtroppo, dopo il 2011. Ora sta veramente ai mediterranei riappropriarsi del proprio mare e del proprio futuro, contro le mire egemoniche delle superpotenze, per influire positivamente su tutto il mondo”.
Mario Boffo, già ambasciatore nello Yemen e in Arabia Saudita, ha ripercorso le tappe della brillante ascesa di quest’ultima a potenza regionale (“oggi i sauditi, grazie anche all’ attivismo del giovane principe Salman, condizionano fortemente le scelte non solo di Qatar ed Emirati. ma dello stesso Egitto”). Ugo Tramballi, giornalista del “Sole 24ore” e ricercatore, s’è soffermato su quella che è la politica per il Medioriente dell’ amministrazione Trump (“politica che, a parte la discutibile scelta di trasferire l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, sostanzialmente continua quella di Obama, cioè di graduale disimpegno USA dal Medioriente, verso un ‘Asia orientale asai piu’ attraente, dati i suoi enorni mercati”). Mhamed Hassine Fantar, docente emerito di Dialogo di civiltà e religioni all’ Università di Tunisi, s’è soffermato sulle vicende piu’ recenti di Paesi come Tunisia e Algeria, di religione islamica ma fortemente laicizzati. Germano Dottori, docente di Studi strategici alla “LUISS Guido Carli”, ha analizzato l’approccio comoplessivo di Donald Trump alla politica estera: caratterizzato non dall’ ideologia o dall’ etica in senso rigoroso, ma da criteri sempre economicistici, quindi destinato, paradossalmente ( ma non tanto, nel mondo d’ oggi), ad avere a volte piu’ successo degli approcci di tipo classico.