Le quindici ore cilene.
Il 10 novembre il deputato socialista Jaime Naranjo ha portato avanti un intervento per ben quindici ore per l’approvazione dell’impeachment ai danni del presidente Sebastián Piñera, il cui nome, accanto a quello di altri personaggi influenti di tutto il mondo, è comparso nell’inchiesta giornalistica dei Pandora Papers, incentrata sul riciclaggio sporco di denaro, evasione fiscale e altri illeciti finanziari. L’accusa è quella di aver infranto apertamente la Costituzione e le leggi e di aver macchiato l’onore della Nazione. Tutto nasce nel 2010, quando la famiglia del Presidente, una delle più ricche del paese vende la miniera Dominga a un gruppo di investimento internazionale attraverso un’azienda offshore con sede nelle Isole Vergini Britanniche. Per concludere l’importo dell’ultima rata del pagamento, il terreno venduto non doveva essere dichiarato zona protetta, nonostante la sua vicinanza con il principale parco protetto del mondo addetto alla salvaguardia dei pinguini Humboldt, arrecando un grave danno alla biodiversità del paese, che il presidente ha per legge il compito di proteggere. I fatti sono riconducibili ai primi mesi di mandato del presidente. Le quindici ore di intervento non sono state solo il risultato di un intenso sfogo politico e personale, quanto una mossa strategica finalizzata a prolungare l’assemblea fino a superare la mezzanotte, così da poter far rientrare dalla quarantena il collega Giorgio Jackson e permettergli di esprimere il suo voto favorevole. La procedura, che ora deve passare al Senato, è stata approvata con settantotto voti a favore, sessantasette contrari e tre astensioni.
L’ultima parola del Senato.
Il 16 novembre sarà il turno del Senato per esprimersi, ma l’opposizione che ha avviato la proposta di impeachment si trova qui in minoranza, affinché la mozione venga approvata sono necessari i 2/3 dei voti favorevoli del Senato, che ammontano quindi a 29, contro i 24 che può già dare per certi l’opposizione. Per far ciò quindici ore di intervento non saranno sufficienti, e i deputati dovranno portare avanti un lavoro contro il tempo per cercare di aggiudicarsi il voto favorevole anche dei senatori filo-governativi. L’impresa non sarà di certo facile, dato anche le pesanti dichiarazioni dei fedelissimi di Piñera. Il Cile versa in una grave crisi economica da anni, e lo scandalo dei Pandora Papers rappresenta solo la goccia che ha fatto traboccare il fragile vaso dell’equilibrio politico cileno, protagonista negli ultimi anni di rivolte popolari e scontri con la polizia a causa della grave crisi economica, aggravata dalla situazione pandemica.
Aurora Mocci