Le minacce alla libertà di stampa in Europa – che comprendono l’assassinio di giornalisti, attacchi fisici e verbali e cause legali nei loro confronti, oltre alle leggi c.d. bavaglio che riducono le loro possibilità di lavorare, e l’indipendenza dei media – sono aumentate del 41% nel 2021 rispetto all’anno precedente.
Il dato proviene dal rapporto annuale “Defending Press Freedom in Times of Tension and Conflict” redatto dalle 15 associazioni, tra cui la Federazione europea dei giornalisti e Reporter senza frontiere, che gestiscono la piattaforma per la protezione dei giornalisti del Consiglio d’Europa.
https://rm.coe.int/platform-protection-of-journalists-annual-report-2022/1680a64fe1
Con l’avvento dei nuovi canali digitali il giornalismo è costretto ad affrontare sfide crescenti, dal momento che tali canali vengono sfruttati per diffondere la disinformazione in un mondo sempre più polarizzato. Sebbene l’Europa continui ad essere il continente più sicuro per i giornalisti e per la libertà dei media, l’evolversi del conflitto russo in Ucraina ha complicato le cose, facendo registrare attacchi e intimidazioni in vari paesi.
Le autorità russe hanno imposto regole di censura draconiane senza riguardo per le tutele fondamentali per libertà di parola e diritto della popolazione ad essere informata.
Oggi il racconto della stampa russa deve allinearsi alla propaganda di stato.
È stato imposto il “nuovo linguaggio” orwelliano, che esclude qualsiasi riferimento alla “guerra”, all’”invasione” e all’”aggressione”. Le autorità russe pretendono che i media utilizzino solo i termini come “operazione militare speciale” per descrivere i massicci dispiegamenti delle armi pesanti russe e gli oltre 150.000 soldati inviati in Ucraina.
I giornalisti che si allontanano da tali direttive sono accusati di pubblicare intenzionalmente ciò che si ritiene siano “false” informazioni e pertanto possono essere condannati a pene che arrivano fino a 15 anni di detenzione.
Ovviamente questa legge si applica ugualmente ai partecipanti alle proteste di strada e ai post pubblicati da semplici cittadini sui social media.
Molte testate giornalistiche straniere hanno interrotto o ridotto le loro attività per proteggere il proprio personale. Alcuni media, incluso il New York Times, hanno chiesto ai loro giornalisti di abbandonare il paese a causa dell’insicurezza e dei rischi creati dalla nuova legge russa.
Recentemente, proprio gli eurodeputati hanno denunciato, la crescente repressione di voci critiche e gli attacchi contro i giornalisti in Messico, Polonia e Russia.
Ma è la guerra in Ucraina a risultare letale per i giornalisti. I dati delle Nazioni Unite dell’inizio di maggio mostrano che dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina nel febbraio 2022 sette giornalisti sono stati uccisi.
La legge europea sulla libertà dei media annunciata il 27 aprile 2022 dalla Commissione europea a cui si comincerà a lavorare il prossimo autunno si fa sempre più urgente.