AGI – Doveva essere l’anno di ‘Everything Everywhere All At Once’, il viaggio psichedelico strambo e delirante dei Daniels, ovvero i registi Daniel Kwan e Daniel Scheinert, arrivato alla notte degli Oscar forte di 11 candidature e infiniti consensi e premi vinti. E cosi’ è stato, forse anche oltre le aspettative.
Un trionfo annunciato
Il film sul multiverso ottiene un risultato clamoroso conquistando sette statuette, di cui 5 pesantissime: miglior film, miglior regia, miglior attrice protagonista (Michelle Yeoh), miglior attore non protagonista (Ke Huy Quan), miglior attrice non protagonista (Jamie Lee Curtis), miglior sceneggiatura originale e miglior montaggio.
Nella 95esima edizione svoltasi stavolta senza incidenti nella storica sede del Dolby Theatre di Los Angeles, condotta da Jimmy Kimmel, non sono mancate le sorprese. La prima riguarda l’Italia: ‘Le pupille’ di Alice Rohrwacher, candidata favorita per il miglior corto, è stato battuto da ‘An Irish Goodbye’. Delusione per il nostro Paese anche per la sconfitta di Aldo Signoretti, candidato per trucco e acconciature di ‘Elvis’, a cui i membri dell’Academy hanno preferito il team di ‘The Whale’.
Le sorprese dell’edizione
Passando alle altre importanti sorprese, si può considerare tale la vittoria dell’Oscar per il miglior attore protagonista di Brendan Fraser per ‘The Whale’, che ha prevalso sui favoriti, i vincitori del Golden Globe Colin Farrell (‘Gli spiriti dell’isola’) e Austin Butler (‘Elvis’). Queste statuette sono state di certo delle sorprese, ma niente in confronto alla vittoria del brano ‘Naatu Naatu’ del film ‘RRR’, prima canzone indiana a vincere l’Oscar battendo addirittura due superstar come Lady Gaga e Rihanna. ‘Naatu Naatu’ e’ una canzone indiana in lingua telugu che significa ‘Nativo’ ed e’ stata composta da M. M. Keeravani, con testo di Chandrabose e, registrata da Rahul Sipligunj e Kaala Bhairava, per l’album della colonna sonora del film indiano del 2022 ‘RRR’.
Per il resto, la serata ha visto l’ottimo risultato del film tedesco ‘Niente di nuovo sul fronte occidentale’ del regista Edward Berger, il primo film in lingua tedesca nella storia dell’Academy a essere candidato anche come miglior film tra i nove in nomination. La pellicola ha conquistato ben quattro Oscar, tra cui quello per la miglior pellicola internazionale non in lingua inglese.
Spielberg a bocca asciutta
Il film dei Daniels con 11 candidature è diventato il primo vincitore dell’Oscar come miglior film a portare a casa un buon numero di premi dai tempi di ‘The Artist’, che nel 2012 ne vinse cinque (tra cui, appunto, miglior film). Nella notte di ‘Everything Everywhere All at Once’ restano a bocca asciutta ‘The Fabelmans’ di Steven Spielberg e ‘Gli spiriti dell’isola’ di Martin McDonagh, mentre ‘Top Gun: Maverick’ e ‘Avatar: la via dell’acqua’ si accontentano di un Oscar tecnico rispettivamente per il miglior sonoro e per gli effetti speciali.
C’è la moglie di Navalny ma niente videomessaggio di Zelensky
In una serata senza grandi emozioni extra-cinematografiche, in cui in tanti hanno dedicato gli Oscar alle mamme (dai registi Daniels alla miglior attrice Michelle Yeoh) unico momento di rilevanza ‘politica’ è stato quello seguito alla vittoria dell’Oscar per il miglior documentario di ‘Navalny’ di Daniel Roher che ha ritirato il premio insieme alla moglie del dissidente russo imprigionato a Mosca. Il regista ha fatto un breve discorso, leggendo gli appunti segnati su un taccuino. “Questo premio – ha detto – è dedicato all’Ucraina e tutti i prigionieri nel mondo, incarcerati per difendere la democrazia”.
Invece Yulia Navalnya, moglie del dissidente, ha detto: “Mio marito è in prigione perché difende la democrazia e dice la verità. Io non vedo l’ora di rivederti libero, resisti, amore mio”. Uno schiaffo a Putin da parte di Hollywood arrivato in maniera indiretta nella serata più importante del cinema Usa nella quale l’Academy non aveva ritenuto opportuno trasmettere un videomessaggio del presidente ucraino Zelensky.
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