Il bilancio di guerra ancor più raccapricciante. Secondo il ministero della Difesa nell’ultima settimana sono morti 3.755 soldati ucraini. Altri 21 carri armati e dieci aerei ed elicotteri.
Eppure il premier ucraino è rimasto un attore. Soffre del fatto che gli è stata rubata la scena. E si lamenta di questo. Lo dice a chiare lettere nella conferenza stampa congiunta a Kiev. Insieme a lui la presidente della Commissione dell’Unione Europea Ursula von der Leyen. “Sì, è chiaro che la guerra in Medio Oriente sta distogliendo l’attenzione” – ha detto Zelensky. E anche la sottrazione dal palcoscenico mondiale è additata sempre al suo nemico numero uno: “questo è uno degli obiettivi della Federazione russa” – Al cospetto del sovrabbondare di notizie sul conflitto israelo palestinese ne dà notizia l’Ansa.
Ma non perde il suo piglio pugnace nel video messaggio trasmesso ai connazionali un giorno fa. “La Russia sta gradualmente perdendo il controllo del Mar Nero e si ritira verso la parte orientale dello specchio d’acqua”. Precedentemente però il capo delle forze armate, Valeriy Zaluzhny, non si era pronunciato in toni troppo ottimistici ammettendo di stare a resistere in una guerra di “posizione e logoramento”. In effetti la notte precedente i russi avevano utilizzato i droni il cui impiego è temuto dalle previsioni strategiche ucraine. In questa stessa operazione Zelensky ha confessato di aver registrato cinque perdite in termini di importanti infrastrutture ad Ovest di Leopoli.
Sempre il presidente ucraino non ha dato cenni di cedimento: “con l’avvicinarsi dell’inverno i terroristi russi cercheranno di causare ulteriori danni. Risponderemo al nemico. Con forza!”. Ma la realtà è sempre un’altra cosa dalla propaganda. Mykhailo Podolyak, consigliere del premier, parla di difficoltà non facili da superare. E qui il solito richiamo a ricevere armamenti dagli stati solidali con l’Ucraina.
Risponde a distanza il presidente Putin che ritiene essere prossima la mossa finale vincente. E trionfalisticamente già irride i tentativi dell’Occidente di deviare il corso delle cose dal loro inevitabile esito. (E il fatto che parla con le categorie di Hamas, in termine generale ma specifico di Occidente, fa paura). Sarcastico: parla dell’intero fronte opposto come colpevole nell’illusione di “sconfiggere la Russia sul campo di battaglia”. E rincara sempre sull’Europa e sull’America: “ora canta una diversa canzone”.