Gallant: “Guerra finché non riavremo gli ostaggi”. Hamas: “Pronti allo scambio”. Netanyahu revoca la missione in Usa
AGI – Continuano i raid aerei e gli scontri nella Striscia di Gaza, nonostante una prima risoluzione delle Nazioni Unite del giorno precedente che chiedeva un immediato “cessate il fuoco” nel territorio palestinese, suscitando le ire di Israele. Alle prime ore di martedì, alcuni testimoni hanno riferito di attacchi nei pressi di Rafah, una città all’estremità meridionale della Striscia di Gaza dove sono ammassati 1,5 milioni di palestinesi, la maggior parte dei quali sfollati a causa delle violenze nel resto del territorio, teatro di una guerra mortale tra Hamas e Israele per quasi sei mesi. Secondo l’esercito israeliano, intorno a Gaza sono stati lanciati allarmi missilistici.
Lunedì, per la prima volta dall’inizio della guerra, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che chiede un “cessate il fuoco”, con 14 voti a favore e un’astensione, quella degli Stati Uniti. Alleato di lunga data di Israele, Washington si era precedentemente opposta all’uso del termine “cessate il fuoco” nelle risoluzioni delle Nazioni Unite, bloccando tre testi di questo tipo.
Il testo “richiede un cessate il fuoco immediato per il mese di Ramadan” – iniziato quindici giorni fa – che dovrebbe “portare a un cessate il fuoco duraturo”, e “richiede il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”. La mancata attuazione di questa risoluzione sarebbe “imperdonabile”, ha dichiarato il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres all’indomani del voto, salutato dalle principali capitali.
Andrea Calandra