Tra poche settimane, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dovrà presentarsi a testimoniare per la prima volta in merito a accuse di corruzione nel processo che lo riguarda.
Ebbene, proprio in questo contesto, venerdì scorso un giudice ha rilasciato alcuni dettagli su una presunta violazione della sicurezza che avrebbe coinvolto la diffusione di informazioni top-secret, ad opera di funzionari vicini al premier israeliano; in particolare, sarebbe uno di questi funzionari – assistente proprio di Netanyahu – il responsabile della fuga di informazioni riservate.
Si tratta del più grande scandalo all’interno del governo israeliano, dall’inizio della guerra a Gaza.
I vertici delle forze di difesa israeliane alcune settimane fa avrebbero formalmente chiesto allo Shin Bet – l’agenzia di intelligence interna israeliana – di avviare un’indagine dopo che un rapporto di massima riservatezza era trapelato al tabloid tedesco Bild.
Il quotidiano tedesco, a inizio settembre ha pubblicato un articolo in cui si citava un documento attribuito al leader di Hamas Yahya Sinwar, (eliminato dall’IDF, lo scorso 16 ottobre), contenente la strategia di Hamas sulle trattative per un accordo sugli ostaggi e il cessate il fuoco.
Un’indagine congiunta tra Shin Bet, IDF e polizia israeliana ha portato agli arresti di alcuni sospettati. L’indagine si è focalizzata sulla preoccupazione per una violazione della sicurezza legata alla divulgazione illecita di informazioni riservate, mettendo a rischio informazioni sensibili e fonti di intelligence, e danneggiando gli sforzi per raggiungere gli obiettivi della guerra nella striscia di Gaza, secondo i dettagli rilasciati dal giudice.
Netanyahu ha fortemente negato qualsiasi coinvolgimento da parte del suo ufficio, affermando tra l’altro che nessun funzionario dello stesso sarebbe stato interrogato o arrestato; sempre Netanyahu, ha inoltre escluso qualsiasi fuga di notizie provenienti dal suo ufficio, accusando implicitamente altri enti governativi – senza tuttavia nominarli – di avere diffuso informazioni riservate.
Eppure, fonti israeliane sostengono che uno dei sospettati sia proprio un assistente molto vicino al premier.
Nell’attuale contesto politico israeliano, a poche settimane dall’adunanza di fronte ai giudici di Netanyahu per le accuse di corruzione che lo riguardano e con una guerra ormai aperta per Israele su più fronti, da oltre un anno,
questo scandalo sollecita altra tensione e sfiducia tra il premier israeliano e le IDF, cosi come con i servizi di intelligence interni; tensioni che già dopo il 7 ottobre 2023, con il clamoroso fallimento del sistema di sicurezza durante gli attacchi di Hamas erano emerse.
F.B.