Nella giornata di oggi domenica 24 novembre, il movimento libanese Hezbollah ha lanciato una pesante raffica di razzi contro Israele, mentre l’esercito israeliano ha riportato la distruzione di edifici e incendi nelle vicinanze di Tel Aviv. L’attacco è avvenuto a seguito di un potente rai aereo israeliano su Beirut, che ieri ha causato decine di vittime.
Israele ha colpito con bombardamenti mirati i sobborghi meridionali della capitale libanese, controllati da Hezbollah; questi attacchi coincidono con segnali di progresso nei colloqui di cessate il fuoco guidati dagli Stati Uniti.
Hezbollah ha dichiarato di avere lanciato missili di precisione contro due siti militari a Tel Aviv e nelle vicinanze, mantenendo a promessa di rispondere agli attacchi su Beirut con raid sulla città israeliana. La polizia israeliana ha confermato molteplici impatti nella zona di Petah Tikvah, a est di Tel Aviv, con diversi feriti lievi. L’esercito israeliano ha riferito di un attacco diretto che ha lasciato abitazioni in fiamme; immagini televisive hanno mostrato un appartamento danneggiato dal fuoco dei razzi.
Secondo l’IDF, Hezbollah avrebbe lanciato 240 razzi, molti dei quali intercettati dal sistema Iron Dome israeliano. Sirene di allarme hanno risuonato in tutto il paese.
Un video diffuso nel web, mostra un razzo esplodere contro il tetto di un edificio nella città di Nahariya, nel nord di israele.
Poco dopo ,l’IDF ha avvertito su canali social di nuovi attacchi contro obiettivi di Hezbollah a Beirut sud.
Due palazzi residenziali sono stati demoliti, secondo fonti libanesi. Israele ha poi dichiarato di avere colpito centri di comando “deliberatamente nascosti tra abitazioni civili“.
Ieri, (sabato 23, ndr), Israele ha compiuto uno degli attacchi più devastanti degli ultimi mesi nel centro di Beirut. Il ministero della Salute libanese ha aggiornato e diffuso il bilancio delle vittime a ventinove, portando il totale delle morti a 3754 dall’inizio delle ostilità a fine settembre. Israele non ha rilasciato commenti ufficiali sul raid nè sui suoi obiettivi.
L’offensiva israeliana, iniziata appunto a settembre, ha colpito massicciamente il sud del Libano, la valle della Bekaa e i sobborghi meridionali di Beirut, dopo quasi un anno di tensioni alimentate dalla guerra nella Striscia. Il numero degli sfollati libanesi ha superato il milione, a causa dei bombardamenti.
Israele ha dichiarato che l’obiettivo delle operazioni è garantire il ritorno a casa degli israeliani evacuati dal nord del paese, a seguito degli attacchi missilistici di Hezbollah, iniziati in supporto a Hamas.
Il mediatore statunitense Amoch Hochstein ha evidenziato progressi nei negoziati durante una visita a Beirut, prima di incontrare il premier israeliano Benjamin Netanyahu e l’attuale ministro della Difesa Israel Katz.
L’Alto rappresentante per la politica estera dell’UE, Josep Borrell, ha dichiarato durante una dichiarazione stampa nella capitale libanese che una proposta di cessate il fuoco avanzata dagli Stati Uniti attende l’approvazione finale di Israele. L’UE si è dichiarata pronta a stanziare 200 milioni di euro a sostegno delle forze armate libanesi.
“Dobbiamo fare pressione sul governo israeliano e su Hezbollah affinchè accettino la proposta di cessate il fuoco“, ha detto Borrell dopo un incontro con funzionari libanesi.
Israele ha convocato una riunione del gabinetto di sicurezza per discutere una tregua basata sulla risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che pose fine alla guerra tra Hezbollah e Israele nel 2006. Tale risoluzione prevede il ritiro delle forze Hezbollah a trenta chilometri dal confine israeliano e il dispiegamento dell’esercito libanese nella zona cuscinetto.
L’esercito libanese ha riferito che un soldato è stato ucciso e altri diciotto sono rimasti feriti in un attacco israeliano contro un centro militare ad Al-Amiriya, vicino alla città di Tiro.
Il primo ministro libanese ad interim Najib Mikati, ha definito l’attacco un messaggio diretto e sanguinoso che respinge ogni tentativo di raggiungere un cessate il fuoco.
F.B.