L’esercito israeliano ha dichiarato di avere colpito nella giornata di oggi giovedì 28 novembre, una struttura di Hezbollah per immagazzinare razzi a medio raggio, nel sud del Libano.
L’attacco è avvenuto dopo che entrambe le parti si sono accusate reciprocamente di avere violato il cessate il fuoco in vigore da ieri, destinato a porre fine a oltre un anno di conflitto.
Israele ha affermato di avere aperto il fuoco anche contro “sospetti” a bordo di veicoli che si avvicinavano a diverse aree nella zona meridionale, considerandolo una violazione dell’accordo con il gruppo armato di Hezbollah.
Da parte sua, Hassan Fadlallah, parlamentare di Hezbollah, ha accusato Israele di avere infranto l’intesa: “Il nemico israeliano sta attaccando coloro che tornano nei villaggi di confine“, ha dichiarato Fadlallah ai giornalisti. “Ci sono oggi violazioni da parte di Israele“.
Le accuse reciproche evidenziano la fragilità dell’accordo – mediato da Stati Uniti e Francia – che punta a una tregua di sessanta giorni per agevolare un cessate il fuoco permanente.
L’attacco aereo israeliano di oggi, il primo dall’inizio della tregua, ha avuto luogo nei pressi di Baysariya, a nord del fiume Litani, secondo l’emittente Al-Jadeed.
Il patto prevede lo smantellamento delle strutture militari non autorizzate a sud del fiume Litani, ma non menziona quelle situate a Nord.
In precedenza, colpi di artiglieria israeliana avevano colpito cinque villaggi e alcuni campi agricoli nel sud del Libano, ferendo almeno due persone, secondo fonti locali e i media statali. Le aree colpite si trovano entro i due chilometri dalla Linea Blu – che segna il confine tra Libano e Israele – in una zona dichiarata off limits dall’esercito israeliano.
Intanto, famiglie libanesi sfollate hanno cercato di tornare nei villaggi vicine al confine per controllare le proprie abitazioni. Tuttavia, truppe israeliane rimangono schierate in territorio libanese e droni di sorveglianza sono stati avvistati sopra il sud del Libano.
Israele ha inoltre rinnovato il coprifuoco – attraverso un messaggio urgente in lingua araba, postato sui social – che limita i movimenti dei residenti a sud del Litani, dalle cinque del pomeriggio, sino alle sette del mattino seguente.
Dall’inizio delle ostilità nell’ottobre 2023, i raid israeliani in Libano hanno causato la morte di quasi quattromila persone, e il ferimento di oltre sedicimila, secondo il ministero della Sanità libanese. Nella stessa misura, Hezbollah ha ucciso quarantacinque civili nel nord di Israele e nelle alture del Golan occupate, mentre settantatre soldati israeliani sono caduti nei combattimenti.
La tregua prevede che le forze israeliane completino il ritiro dal sud del Libano entro sessanta giorni, evitando nel mentre operazioni di tipo offensivo. Tuttavia, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che gli abitanti del nord di Israele evacuati a causa dei razzi di Hezbollah potranno tornare solo quando la situazione sarà stabile.
Parallelamente, l’esercito israeliano continua le operazioni contro Hamas nella Striscia di Gaza. Nella giornata di oggi, almeno venti civili palestinesi sono stati uccisi dai bombardamenti israeliani, mentre i carri armati avanzavano nelle aree centrali e settentrionali dell’enclave.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha elogiato l’accordo in Libano come un passo diplomatico significativo e ha ribadito l’impegno statunitense per una tregua anche a Gaza, nonostante i negoziati finora abbiano prodotto pochi risultati concreti.
F.B.