Stamane, mercoledì 4 dicembre all’alba, gruppi di coloni israeliani hanno attaccato due cittadine palestinesi in Cisgiordania, incendiando proprietà e lanciando pietre, in risposta al tentativo della polizia israeliana di smantellare un avamposto illegale di coloni. Lo ha riferito l’esercito israeliano.
Secondo le forze di sicurezza israeliane, otto persone sono state arrestate per aggressione agli agenti e per danneggiamento di proprietà. Funzionari palestinesi hanno denunciato l’incendio di una abitazione e di due automobili nella cittadina di Huwara, situata nei pressi di Nablus, (nella foto, una veduta aerea), già bersaglio in passato di attacchi da parte di coloni radicali favorevoli all’annessione integrale della Cisgiordania da parte di Israele. Un altro incendio è stato appiccato in una proprietà nella vicina Beit Furik.
La presidenza palestinese ha condannato con forza le violenze, sottolineando che nella sola area di Nablus si sono registrati circa trenta attacchi di coloni nell’ultimo mese. Il portavoce Nabil Abu Rudeineh ha sollecitato un intervento degli Stati Uniti per fermare le aggressioni.
L’esercito israeliano ha dichiarato che un gruppo di coloni si è scontrato sia con le proprie truppe che con la polizia. “Le Forze di Difesa Israeliane, (IDF), condannano con fermezza ogni forma di violenza, in particolare contro il proprio organico, e considerano questi episodi con la massima gravità“, si legge in una nota ufficiale.
Secondo dati delle Nazioni Unite, oltre settecentomila coloni israeliani vivono attualmente in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, territori occupati da Israele dal 1967, abitati da circa tre milioni di palestinesi. La maggior parte dei paesi considera illegali gli insediamenti costruiti in queste aree, mentre Israele ne rivendica la legittimità basandosi su legami storici e Torahdici.
Le tensioni nella Cisgiordania occupata sono aumentate dopo l’attacco del 7/X lanciato da Hamas contro il sud di Israele, che ha scatenato la guerra in corso tra Israele e il gruppo militante a Gaza, ampliando il conflitto su più fronti.
Alcuni gruppi giovanili di coloni hanno rifiutato l’autorità dell’esercito israeliano nelle aree che considerano sotto il proprio controllo, attaccando sia le forze israeliane che quelle palestinesi. Tuttavia, alcuni leader dei coloni hanno condannato le violenze e invocato il perseguimento legale dei responsabili.
Parallelamente, i coloni hanno sfruttato la situazione a Gaza per tentare di stabilire nuovi avamposti in aree non autorizzate dal governo israeliano, provocando – in alcuni casi – l’intervento dell’esercito per smantellarli.
F.B.