Nella giornata di oggi domenica 8 dicembre, dopo la caduta del presidente siriano Bashar al-Assad per mano dei ribelli, il ministero degli Esteri iraniano ha ribadito che il destino della Siria deve essere deciso esclusivamente dal suo popolo, senza ingerenze o imposizione esterne. L’Iran, alleato di lunga data di Assad, aveva investito miliardi di dollari per sostenerlo durante la guerra civile siriana – iniziata nel 2001, schierando anche i Guardiani della Rivoluzione per mantenere il controllo del regime e preservare l’asse della resistenza contro Israele e l’influenza statunitense in medio Oriente.
L’Iran ha recentemente sollecitato l’avvio di un dialogo nazionale che porti alla formazione di un governo capace di rappresentare tutte le componenti della società siriana. “Non risparmieremo alcuno sforzo per aiutare a stabilire sicurezza e stabilità in Siria“, ha dichiarato il ministero degli Esteri di Teheran, aggiungendo che continueranno le consultazioni con tutte le parti influenti, in particolare nella regione. Il ministero ha anche sottolineato che i legami tra Iran e Siria proseguiranno in base a un approccio di buonsenso, condiviso da entrambe le nazioni.
Tali relazioni avevano permesso all’Iran di estendere la propria influenza attraverso un corridoio terrestre che collega i suoi confini occidentali, passando per l’Iraq, fino al Libano, consentendo il rifornimento di Hezbollah, storico alleato di Assad.
Intanto, il premier israeliano Netanyahu ha definito la caduta di Assad, “un giorno storico“, attribuendo questo risultato ai colpi inflitti da Israele all’Iran e a Hezbollah. Netanyahu ha sottolineato come l’uscita di scena del leader siriano rappresenti una battuta d’arresto per l’alleanza tra Teheran e il gruppo sciita libanese.
Proprio stamattina, l’ambasciata iraniana a Damasco è stata presa di mira da assalitori, che hanno rovistato tra mobili e documento – come mostrato da un video diffuso dal canale saudita Al-Arabiya. Secondo il portavoce del ministero degli esteri iraniano Esmaeil Baghaei, il personale dell’ambasciata aveva evacuato l’edificio prima dell’attacco e tutti i diplomatici sono in salvo.
La televisione di stato iraniana ha inoltre riportato che il gruppo Hayat Tahrir al-Sham, (HTS), protagonista delle recenti avanzate nel nord-ovest della Siria, avrebbe garantito la tutela dei luoghi sacri sciiti presenti nel paese. Il gruppo HTS, precedentemente noto come fronte Al-Nusra, era affiliato a Al-Qaeda fino al 2016, quando il suo leader Abu Mohammed al-Golani ruppe i legami con il movimento jihadista globale.
Secondo la agenzia semiufficiale iraniana Tasnim, i custodi iraniani del santuario sciita di Sayeda zeinab – situato nei pressi di Damasco – sono stati rimpatriati prima che la capitale cadesse nelle mani del gruppo antiregime; il santuario dedicato alla nipote del profeta Mohammed, è una meta di pellegrinaggio per gli sciiti di tutto il mondo, e ha attratto miliziani sciiti sostenuti dall’Iran.