Il nuovo leader ad interim della Siria, Mohamed al-Bashir, ha annunciato nella giornata di oggi di avere assunto la guida del paese come primo ministro facente funzione, con il sostegno degli ex ribelli che hanno rovesciato il presidente Assad, due giorni fa.
In un breve discorso trasmesso dalla televisione di stato, Al-Bashir – figura poco conosciuta al di fuori della regione nord occidentale sotto controllo ribelle, ha dichiarato che guiderà l’autorità provvisoria fino al I marzo.”Oggi abbiamo tenuto una riunione di gabinetto con un team del governo di salvezza che operava a Idlib e nei suoi dintorni, e con rappresentanti del governo del regime deposto“, ha detto. “L’incontro è stato dedicato al trasferimento dei dossier e delle istituzioni alla nuova amministrazione provvisoria”.
Durante l’annuncio, dietro di lui comparivano due bandiere: quella verde, bianca e nera utilizzata dagli oppositori di Assad durante la guerra civile, e una bianca con la shahada, tipica dei gruppi sunniti islamisti.
A Damasco, per la prima volta dopo la caduta di Assad, hanno riaperto le banche e i negozi. Il traffico è tornato nelle strade, mentre squadre di operai ripulivano le vie della città. Anche la presenza di uomini armati si è ridotta visibilmente. Fonti vicine ai ribelli hanno riferito che i comandanti hanno ordinato il ritiro dei combattenti dai centri urbani, affidando il controllo alla polizia e alle forze di sicurezza interne collegate al gruppo ribelle Hayat Tahrir al-Sham, (HTS).
Il segretario di stato americano Antony Blinken ha dichiarato che gli Stati Uniti sostengono pienamente il processo di transizione politica in Siria, auspicando un governo inclusivo e non settario. Blinken ha inoltre sottolineato la necessità di impedire che il paese divenga un rifugio per il terrorismo e ha chiesto la distruzione di eventuali arsenali chimici, o biologici.
Nel frattempo, Israele ha intensificato i raid aerei contro le basi dell’esercito siriano, ormai dissolto dopo l’avanzata ribelle. Secondo fonti militari israeliane, nelle ultime quarantotto ore sono stati colpiti i principali depositi di armi strategiche. Le incursioni israeliane si sono estese oltre la zona cuscinetto stabilita dopo la guerra del 1973, raggiungendo località vicine a Damasco. Tuttavia, il ministro della Difesa israeliano – Israel Katz – ha dichiarato che l’intervento è temporaneo e mirato a creare una zona difensiva sterile, nel sud della Siria.
Mohamed al-Bashir, proveniente dall’amministrazione ribelle di Idlib, ha un profilo politico limitato a livello nazionale. Secondo una pagina ufficiale dell’ex amministrazione ribelle, Al-Bashir è un ingegnere laureato a Aleppo, con studi in Sharia e giurisprudenza, e ha ricoperto ruoli nei settori dell’istruzione e della governance locale.
La sua leadership dovrà affrontare enormi sfide, inclusa la ricostruzione di un paese devastato da tredici anni di guerra civile, che ha causato centinaia di migliaia di morti e milioni di rifugiati. Intere città sono state rase al suolo, vaste aree rurali sono spopolate e l’economia è stata messa in ginocchio dalle sanzioni internazionali.
La strada verso la stabilità resta lunga da percorrere, ma per molti siriani e non solo, il crollo del regime rappresenta un primo passo verso la rinascita del paese.
F.B.