COS’È CHARLIE HEBDO?
“Charlie Hebdo“ , noto anche come “Charlie“, è un settimanale parigino che, dalla sua fondazione, ruota la propria azione giornalistica nel vivace spirito della satira politica e sociale.
Il periodico uscì per la prima volta nel 1970, dopo esser rinato dalle ceneri della sua precedente forma : “Hara Kiri Hebdo”, censurato a seguito di una scabrosa prima pagina ideata per la morte del Generale Charles De Gaulle.
Il giornale venne chiuso nel 1981 a causa delle scarse vendite, per poi riaprire nel 1992 mantenendo le solite mire per i suoi dardi critici: le istituzioni, i ranghi sociali elevati, le forze dell’ordine e soprattutto la religione.
LA CAUSA DELL’ATTENTATO: L’IRRIVERENZA DELLE VIGNETTE NEI CONFRONTI DEL MONDO ISLAMICO
La linea editoriale di Charlie Hebdo si è contraddistinta nel corso degli anni per le coraggiose canzonature indirizzate al mondo islamico. Le prime vignette su Maometto risalgono al 2006, tant’è che già nel 2011, come conseguenza di altrettante e diversificate raffigurazioni irriverenti nei confronti del Profeta, la sede del giornale venne fatta esplodere a seguito del lancio di diverse bombe molotov. L’atto criminoso non frenò l’audace insolenza delle penne di “Charlie”, che già il giorno dopo realizzarono un fumetto dove Maometto minacciava di colpire con trenta frustrate chi non fosse “morto dal ridere” leggendo la rivista. L’ultima impertinente pubblicazione prima dell’attentato raffigurava Abu Bakr al-Baghdadi, primo califfo dello stato islamico.
L’ATTACCO E LE MORTI
La mattina del mercoledì 7 gennaio 2015, alle ore 11:30, i fratelli Said e Cherif Kouachi, armati di fucili Kalashnikov, penetrarono nella sede del giornale in rue Nicolas Appert ed aprirono il fuoco sui dipendenti al grido di “Allāhu Akbar” causando 12 vittime, : il Direttore Stéphane Charbonnier e la sua guardia del corpo Franck Brinsolaro, i noti vignettisti Jean Cabut, Georges Wolinski, Bernard Verlhac e Philippe Honorè, il curatore editoriale Mustapha Ourrad, la psicanalista Elsa Cayat, l’economista e professore all’Università di Parigi Bernard Maris, il fotografo Michel Renaud, l’addetto alla manutenzione Frederic Boisseau, l’agente di polizia Ahmed Merabet. A questi vanno giunti una poliziotta e quattro persone uccise durante il tentativo di fuga in un supermercato, assieme ad 11 feriti: in questo contesto a causa dello scontro con la polizia trovarono la morte gli stessi terroristi. L’attentato fu rivendicato dalla branca yemenita di al-Qāʿida, già responsabile di molteplici atti terroristici che hanno colpito l’Europa dal 2001.
CHARLIE, OGGI.
“Charlie Hebdo” continua ancora per la sua strada. Anche nel 2025, sotto la direzione di uno dei superstiti del 7 gennaio, Laurent “Riss” Sourisseau, seguita nella sua imperterrita e audace satira nei confronti del mondo islamico. Oggi, nel decennale dall’attacco, pubblica uno speciale con vignette e caricature derivate dal concorso “Ridere di Dio”. L’obiettivo? Continuare a denunciare l’influenza di tutte le religioni, nel tradizionale, laicista e anticlericale spirito francese.