Lituania, Estonia e Lettonia vogliono unirsi al sistema europeo sganciandosi dalla rete dello zar; impazza il terrorismo psicologico dei media moscoviti
LA DECISIONE
Estonia, Lituania e Lettonia si distaccano definitivamente dalla rete elettrica russa. Dopo un processo avviato diversi anni fa ed accelerato dall’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Putin, le tre nazioni baltiche sembrano ormai fuori dalla rete che le legava a Mosca sin dai tempi dell’Unione Sovietica.
La mossa, attuata affinché la Russia non possa utilizzare l’elettricità come arma di ricatto nei confronti delle sue ex repubbliche baltiche, sembra assemblare ai fini energetici quelli geopolitici. “Stiamo ora rimuovendo la capacità della Russia di usare il sistema elettrico come strumento di ricatto geopolitico”, ha detto il ministro dell’Energia lituano Zygimantas Vaiciunas prima della disconnessione; dichiarazioni a cui si lega anche il capo della diplomazia europea Kaja Kallas, ex primo ministro estone, il quale su X parla di “vittoria per la democrazia”.
COSA SUCCEDE ORA?
Le nazioni baltiche , mediante la Polonia, integreranno le loro reti con la rete elettrica europea domenica 9 febbraio. Intanto dalle ore serali di ieri sino al momento dell’allaccio domenicale Estonia, Lituania e Lettonia hanno creato una vera e propria “isola energetica” in grado di fornire capacità di generazione di riserva e di manutenzione a 50 Hz a corrente alternata, la quale scorrendo attraverso le reti tra i tre stati interconnesse, impedisce momentaneamente la dipendenza da Mosca.
IL TERRORISMO PSICOLOGICO RUSSO
Intanto i media russi seguitano nel diffondere timori. Infatti, intervistando molti esperti del settore sui loro principali sistemi di informazione, viene diffusa la paura per la riduzione dell’affidabilità dell’approvvigionamento elettrico da parte delle ex repubbliche sovietiche, l’eccessivo dispendio temporale per stabilire il nuovo sistema energetico e un tanto inevitabile quanto significativo aumento dei prezzi.
Ai sibillini ammonimenti di Mosca Il CEO della rete elettrica estone Elering Kalle Kilk ha dichiarato all’emittente pubblica ERR che “per garantire una transizione graduale, abbiamo già provveduto in anticipo a fornire riserve sufficienti e non si prevede che eventuali interruzioni che potrebbero verificarsi durante questo periodo avranno un impatto significativo”. Domani avverrà il distaccamento definitivo che consterà a Putin un ulteriore occidentalizzazione di territori un tempo straordinariamente amici. Come reagirà lo zar?