Un nuovo impegno per una pace vigilata – Gli ultimi avvenimenti tra ieri e oggi hanno segnato un significativo cambio di passo nella strategia europea e, in particolare, francese sulla questione ucraina. Emmanuel Macron, affiancato da una coalizione di “volenterosi”, ha confermato l’intenzione della Francia e di alcuni partner europei di mantenere una forza militare di interposizione in Ucraina anche dopo un eventuale armistizio con la Russia. Tale forza, denominata informalmente “force de frappe”, riflette un impegno di lungo termine finalizzato a garantire la sicurezza delle frontiere ucraine e la stabilità nella regione, ma cela al suo interno un disegno ben più ambizioso, sia sul piano geopolitico che economico. Dietro la retorica di una pace europea garantita militarmente, infatti, si muove una partita più profonda che ha nel sottosuolo ucraino il vero tesoro conteso: miniere di terre rare e metalli strategici che fanno gola a Parigi come a Berlino, essenziali per le industrie tecnologiche e per la transizione energetica europea.
Leadership europea tra nucleare e materie prime Nel suo ultimo intervento, Macron ha riaffermato la necessità di una maggiore autonomia strategica europea, rilanciando la proposta controversa di un piano di nuclear-sharing esclusivamente europeo, sganciato dalla storica dipendenza dalla NATO e dagli Stati Uniti. Questo progetto non è privo di ostacoli, specialmente di fronte alle riserve dei Paesi dell’Europa orientale, tradizionalmente cauti verso qualsiasi mossa che possa compromettere il delicato equilibrio geopolitico con Mosca. Ma la determinazione con cui Parigi prosegue in questa direzione indica chiaramente un intento di stabilire una leadership continentale non solo militare, ma anche politica ed economica. In tale scenario, la presenza francese in Ucraina assume una doppia valenza: da un lato, rassicurare Kiev e l’Europa orientale sul piano della sicurezza, dall’altro, prospettare al prossimo Cancelliere tedesco Merz, appena dopo la imminente formazione di governo, un accesso privilegiato alle risorse naturali ucraine necessarie per mantenere la competitività industriale europea, per non dire francese, nel prossimo futuro.
Il ruolo della Germania e le dinamiche del potere – La Germania, dal canto suo, non si limiterà a un ruolo secondario: Berlino, fresca di consolidamento interno, si appresta a interpretare una parte essenziale nel progetto franco-europeo. Il designato cancelliere tedesco in queste ore, confermando l’appoggio al piano francese, si posiziona strategicamente come partner fondamentale, garantendo una sinergia che potrebbe vedere la Francia assicurare la copertura militare e la Germania assumere una leadership economica nella ricostruzione e nello sfruttamento delle risorse ucraine. La Francia, dal canto suo, non intende lasciarsi sfuggire l’occasione di ottenere dall’Ucraina, in cambio del sostegno militare e logistico, significative concessioni nello sfruttamento delle miniere di terre rare e altri metalli pregiati di cui il Paese dispone. Questa intesa tra Parigi e Berlino, più esplicita nelle ultime ore, mette in scena una dinamica geopolitica raffinata in cui entrambe le capitali sembrano aver trovato un equilibrio reciproco: la Francia come garante della sicurezza europea e la Germania come motore economico della regione.
Le incognite sul futuro equilibrio europeo – Il piano, però, non è privo di rischi e incontra già forti resistenze. La proposta di nuclear-sharing europeo appare una sfida diretta all’attuale architettura NATO e potrebbe suscitare reazioni contrarie sia negli Stati Uniti sia tra gli alleati est-europei. Al tempo stesso, il progetto economico-militare di Macron e la stretta collaborazione con Berlino potrebbero accentuare divisioni interne all’Europa stessa, mettendo a rischio l’unità necessaria per affrontare le future sfide geopolitiche.
Tra oggi e domani – Ciò che appare sempre più chiaro è che dietro la facciata della sicurezza si gioca una partita di potere economico e strategico che definirà il volto del continente europeo nei prossimi decenni. L’Europa, dunque, è chiamata a scegliere tra un’autonomia strategica sotto guida franco-tedesca e la continuità della sicurezza garantita dall’ombrello atlantico, sapendo che ogni decisione presa oggi influenzerà profondamente per lungo tempo, l’assetto geopolitico ed economico del nostro Continente. Per ora le cose cambiano di giorno in giorno, come gli improvvisi attuali ostacoli dei Verdi alla scontata nomina del Cancelliere Merz. Conviene restare alla finestra per non essere sorpresi.