Esce oggi “Politôxic”, l’album esordio di Daryo, per la label Tropical Thunder. Uno spirito libero e punk nella splendida isola del Madagascar, dove l’italiano Daryo vive e ha prodotto l’album, assieme ad ATM Project, composto fra marzo e maggio di quest’anno. Daryo, ci racconta: “Erano più di vent’anni che nel mio animo ribelle maturava la voglia di rendere reale questo progetto musicale. Ho lavorato con musicisti professionisti che mi hanno aiutato a strutturare e ad eseguire le mie idee e la loro grande capacità, e il fatto di essere solo io a dirigere i lavori, ha reso il tutto molto più semplice e rapido”. Con la crisi legata al Covid il Madagascar è rimasto totalmente isolato fino ad oggi e ciò gli ha permesso di avere più tempo per lavorare all’album: “Ho potuto finalmente dedicarmi a ciò che preferisco, il rock’n’roll”.
Il disco è stato suonato soprattutto con una Fender Stratocaster appartenuta al chitarrista di Johnny Hallyday e che il nostro chitarrista vinse ad un concorso ad Antananarivo, aggiudicandosi il titolo di miglior chitarrista rock del Madagascar. L’album ha anche uno scopo benefico: una parte degli introiti servirà a sostenere e ad ampliare il centro di accoglienza Ernesto Guevara per bambini poveri creato da Daryo, dove ospita attualmente trentuno bambini, che qui vengono curati, nutriti, vestiti e istruiti. Il centro è gestito dall’associazione fondata da Daryo e i suoi collaboratori che si chiama “Aza Mijaly”, cioè “infanzia vulnerabile”.
Daryo è nato nei primi anni ‘80 sulle sponde del Lago Maggiore, inizia a scrivere poesie in tenera età. Fin dalla prima adolescenza, comincia a sviluppare un senso di intolleranza per il sistema e per le regole, diffidando dello stile di vita imposto dalla società di consumo, provando orrore per le costrizioni che esso progressivamente vuole imporre. Verso i 17 anni inizia a cantare in una R’n’R band, a vivere di espedienti, ad amare la notte e la tipica gente che la popola. Spinto da un irrefrenabile spirito di avventura, comincia a viaggiare sempre più lontano, facendo incontri incredibili e vivendo esperienze estreme. Il cammino lo porta ad un lungo periodo di riflessione ai Caraibi, dove capisce che è giunto il momento di cambiare radicalmente vita. L’istinto lo conduce nel recondito Sud Ovest del Madagascar, dove costruisce la sua dimora. Da dodici anni lo si può trovare sulla riva della paradisiaca baia di Anakao, accanto a una tribù di pescatori. Conduce uno stile di vita selvaggio, libero da quella realtà oppressiva dalla quale è riuscito a sottrarsi.
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di Marcello Strano