Tre serate di grande musica, soprattutto tre serate di spettacolo di alto livello. Coreografie mozzafiato, esibizioni spettacolari in una cornice firmata Claudio Baglioni. Tre serate evento dove una lunga lista di artisti sono stati coprotagonisti sul palco di “Uà – Uomo di varie età” per festeggiare la carriera del del cantautore romano.
Con questo spettacolo televisivo in musica, il cantautore vuole ripercorrere cinquant’anni di carriera attraverso un percorso della memoria, viaggiando nei ricordi, scovare aneddoti curiosi e raccontarli con la poesia che lo contraddistingue.
Il titolo dello spettacolo non è per nulla banale infatti l’espressione “Uà” nasce dalla prima e dall’ultima lettera di “Uomo di varie età” che da come si denota dall’apertura della trasmissione può essere interpretato anche come “Uomo di varietà”, dove la “U” sta per “uomo” mentre “à” per artista. L’espressione in se è un grido di stupore e di meraviglia.
Questo senso di meraviglia, che abbraccia tutto il lifeshow nel suo complesso, arriva all’apoteosi quando Claudio con chitarra e microfono, intona il suo repertorio che ha segnato più generazioni e che riporta alla memoria ricordi ed emozioni.
Claudio Baglioni conclude l’ultima serata con un monologo: «Amori in corso, storie in corso, sempre tutto è simultaneo è come se lo spazio e il tempo si mischiassero continuamente, noi non facciamo che rivivere più o meno la stessa storia, ma magari con persone diverse, con cuori diversi, con cieli che si assomigliano ma non sono mai lo stesso. Le persone mi chiedono spesso, com’è la vita di un musicista, io penso che assomigli a un cerchio, un disco dove ci sono i solchi le tracce e quei segni rimangono come se la puntina del nostro pensiero continuasse a suonare quella canzone, come dicevano “suonala ancora” e la mia vicenda è stata molto bella e ho cercato di raccontarla attraverso le canzoni che ho scritto, quelle fatte a mano, attraverso tutte le apparizioni, attraverso anche questo racconto in musica, in spettacolo. Ci sono stati dei momenti in cui è stato veramente bellissimo, è stato sublime, a volte invece ci sono state anche sconfitte, cose da superare, ma quando riascolto o canto di nuovo quelle canzoni mi sembra di avere la stessa età di quando cominciavo per la prima volta e questo che ho cercato di mettere in questo magazzino dei ricordi e magari dei progetti per il futuro perché si parte ogni volta, ogni volta diamo il via a qualcosa e bisogna pure arrivare in un posto per iniziare un nuovo percorso e forse è per questo che io ho cercato di ricordare insieme a tutti questa storia, questa storia di vita vera e di arte varia perché comunque tuttora mi sembra di essere un uomo di varie età.»
Questo assolo è un punto di riflessione, in fondo tutti, artisti e non affrontiamo quell’esperienza che si chiama vita. Uà!
Eleonora Francescucci