Dall’1 ottobre, vi aspetta al cinema “Roubaix, Une Lumière”, il nuovo lungometraggio di Arnaud Desplechin, distribuito da No.Mad Entertainment, in Concorso al Festival di Cannes 2019 e presentato in anteprima ai Rendez-Vous di Roma. Un cinema d’autore francese, dove il regista si cimenta, per la prima volta, con il reale e con un genere che non gli è familiare, come il polar. A fare da sfondo e ispirazione alla storia, la sua città natale, ritratta nel malore di una profonda decadenza economica. Partendo da un fatto di cronaca, ben raccontato da uno sconvolgente documentario di Mosco Boucault per France 3, Desplechin realizza un thriller sociale teso, febbrile e spirituale, animato dall’intensità teatrale dei suoi protagonisti: Léa Seydoux, Sara Forestier e Roschdy Zem, che per la sua interpretazione hanno ottenuto i Premi Lumière e César.
Il film inizia con il commissario Daoud (Roschdy Zem) che è di pattuglia per le strade della città dove è cresciuto. Al suo fianco c’è Louis Cotterel, agente giovane e inesperto appena uscito dall’accademia di polizia. Daoud e Louis sono chiamati a indagare sull’omicidio di una vecchia donna: le indiziate del delitto sono Claude (Léa Seydoux) e Marie (Sara Forestier), le due giovani vicine all’anziana.
Convinto che la finzione guadagni a essere uno specchio di indagine di quell’enigma che è il reale, il cineasta crea un noir che trascende elegantemente le strutture di genere per scandagliare gli abissi dell’essere umano e la miseria del mondo di oggi. “Per la prima e unica volta nella mia vita” – spiega il regista – “ho solidarizzato con due criminali: ho voluto riconsiderare le parole crude delle vittime e delle colpevoli come la più pura delle poesie”.
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di Marcello Strano