Non perdere l’occasione di vedere il nuovo attesissimo capitolo di “Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto” in anteprima solo il 14 e 15 agosto e dal 26 agosto in tutti i cinema d’Italia. Il film è diretto da Riccardo Milani, e con un ricco cast: Paola Cortellesi, Antonio Albanese, Sonia Bergamasco, Luca Argentero, Sarah Felberbaum, Simone De Bianchi, Alice Maselli, Claudio Amendola. Una nuova operazione di product placement della Tilt Srl di Silene Mosticchio e prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del gruppo Fremantle, e Vision Distribution, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video.
Tre anni dopo. Mentre Alessio e Agnese si rincontrano in un pub di Londra, a Roma Monica finisce in carcere per colpa delle gemelle che nascondevano merce rubata nei fusti dell’olio di “Pizza e Samosa”, e chiama Giovanni (Antonio Albanese) in cerca di aiuto. Il nostro “pensatore”, ora legato alla giovane e rampante Camilla (Sarah Felberbaum), è impegnato in un progetto di recupero di uno spazio in periferia. Per far uscire Monica di prigione, Giovanni riesce a far commutare la detenzione con un lavoro nella parrocchia di San Basilio guidata da Don Davide (Luca Argentero), tanto bello quanto pio. È così che le vite di Monica e Giovanni si intrecciano nuovamente ma questa volta, pur con le solite differenze del caso e i mille guai in cui si cacceranno, tra i due sembra nascere una vera storia d’amore. Intenzionati a rivelare al mondo la loro relazione, organizzano un pranzo a Coccia di Morto con tutta la famiglia, compresi Sergio (Claudio Amendola), Luce (Sonia Bergamasco) e ovviamente i due ragazzi. Ma è proprio qui che succede l’impensabile…
Il regista ci spiega: “Monica e Giovanni sono, e continuano ad essere, due anime dello stesso Paese. Il nostro. E sono per me il modo di raccontare, attraverso il filtro popolare della commedia, da una parte l’amarezza nel vedere il mio paese così spaccato, dall’altra il grande potenziale di condivisione e di senso della comunità che in esso vive e sopravvive, ed è lì pronto a esplodere anche più della rabbia sociale. Forse anche per questa consapevolezza c’è, forse ancora più forte, il desiderio di raccontare con affetto e partecipazione sia un fronte che l’altro. Torna in mente per Monica e Giovanni la lezione del primo film: ascoltare le ragioni dell’uno e le ragioni dell’altro. E oltre a questa, negli anni, forse un’altra lezione è arrivata a Monica e Giovanni, dal loro primo incontro: hanno imparato nel tempo a saper distinguere le cose giuste e quelle sbagliate non più a seconda di dove arrivino, ma per quello che sono oggettivamente: giuste o sbagliate. E anche se i motivi di scontro non mancano nemmeno stavolta, dalla cultura (la cultura che fa crescere le persone, i quartieri, le realtà di cui è composto il tessuto sociale profondo e reale del nostro Paese), al mondo cattolico (che sembra apparentemente lontano sia dall’una che dall’altro), quella tra Monica e Giovanni è una storia d’amore contrastata ma non più impossibile. Quella tra le due anime del Paese Italia. Un Paese sì, diviso, ma in cui può succedere che una storia come la loro possa durare magari un po’ più di un gatto in tangenziale. Entrambi percepiscono che c’è un Paese disponibile alla compattezza, alla condivisione di un problema mondiale. Un Paese che può, con la forza delle cose giuste, superare barriere che sembrano da molti decenni insormontabili. Così “gatto” torna in sala per ritrovare e parlare con il suo pubblico, fatto di persone molto diverse e distanti tra loro. Per ritrovare tanti Monica e Giovanni disposti a rivedersi sullo schermo e a divertirsi e a pensare all’altro con qualche pregiudizio in meno e la consapevolezza di appartenere alla stessa comunità per poter convivere più di un gatto in tangenziale…”
“Stavolta, oltre a Bastogi, abbiamo volutamente coinvolto nelle riprese diverse periferie di questa città, a volte così diverse, a volte così tutte uguali, in cui aiutare a portare, anche se solo per un giorno, quella che dovrebbe essere una normale legalità. Ringrazio i produttori e i distributori che tanto hanno creduto nel film da scommetterci ancora e rilanciare. Ringrazio tutti gli attori, quelli del film precedente e quelli che sono entrati ora, da Luca Argentero, un sacerdote che non fa altro che il suo lavoro e proprio per questo viene ostacolato dai suoi stessi fedeli, a Sarah Felberbaum, la nuova compagna di Giovanni più aderente al suo mondo e ai suoi modelli di vita e forse proprio per questo così lontana e distante. Ringrazio gli sceneggiatori, Giulia, Paola e Furio, fondamentali nell’aiuto che mi hanno dato a passare dall’idea alla storia. E ringrazio la mia troupe. Stavolta più di altre. A noi il Covid 19 non ci ha divisi ma ci ha unito. Dovevamo stare bene e proteggere noi e le nostre famiglie sia dal pericolo del contagio che dal rischio della chiusura del set. Ne siamo usciti più forti”, conclude Riccardo Milani.
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di Marcello Strano