Violenza di qualsiasi natura sia è sempre violenza. Violenze a danno di donne, bambini, uomini o animali, sono sempre più diffusi e impongono di interrogarsi sulle motivazioni di tali comportamenti. La violenza è una “malattia” molto diffusa e causa di milioni di vittime a livello mondiale.
La violenza ha effetti negativi a breve e a lungo termine, sulla salute fisica e psichica della vittima. Le conseguenze possono determinare isolamento, incapacità a lavorare, limitata capacità a prendersi cura di se.
L’omofobia, non è altro che la paura irrazionale verso gli omosessuali che fa scattare l’intolleranza e l’odio verso questa categoria di persone. Questi sentimenti si possono poi scatenare in violenza. Ma cosa spinge un individuo a diventare omofobo? Ricordiamo che un bambino quando nasce, non viene al mondo omofobo, lo diventa crescendo attraverso l’educazione che gli viene trasmessa, dal mondo familiare ed esterno. In aggiunta a ciò bisogna considerare che la paura del “diverso” è comunque qualcosa di entrinseco nell’animo umano. La storia ci racconta che nei secoli, tutti coloro che si distinguevano dalla massa, venivano considerati “diversi” o “malati” generando fenomeni di oppressione, disprezzo, diffidenza e purtroppo in moltissimi casi in violenza.
Questo cortometraggio è un vero e proprio appello per dire basta alla violenza in tutte le sue forme.
Alice è una giovane donna che vive con la sua compagna Andrea. Quando decidono di avere un figlio, Alice si sottopone ad inseminazione artificiale e rimane incinta. Purtroppo la felicità dura poco, causa una violenza subita, Alice perde il bambino, ma saprà tornare a sorridere grazie all’aiuto e al supporto della compagna e dei suoi familiari.
“La forza di Alice” non è altro che un inno alla vita, nonostante i problemi che la protagonista e la sua compagna affrontano. Le immagini girate sono in alcuni punti molto forti, una sorta di “pugno nello stomaco”, facendo percepire delle sensazioni che si possono provare solo nei momenti di estrema violenza.
Il film è stato girato nel comune di Valderice in provincia di Trapani, dove le bellezze paesaggistiche fanno da contorno al dramma sociale e personale della protagonista.
Per concludere, in meno di 13 minuti, il regista Li Volsi ha saputo raccontare con semplicità e scorrevolezza narrativa i mali, figli della società moderna.
Eleonora Francescucci