Sensibilizzare anche e soprattutto le Istituzioni per far capire che quando la donna ha il coraggio di denunciare non viene protetta, anzi entra in un vortice, precipita in un abisso dal quale è difficile uscire, sia per la stessa che per il figlio che cerca di difendere dal compagno/marito/ ex marito violento.
Purtroppo i casi di donne che hanno denunciato e sono morte sono molteplici. Perché? Cosa non ha funzionato? Non è mancanza di formazione, le leggi esistono, ma non sempre vengono applicate. Per risolvere il dramma dei femminicidi e violenze su donne, ma soprattutto sui bambini serve che le leggi e le procedure vegano rispettate, tutto qua.
Sedicesima edizione della Festa del cinema di Roma, nella atmosfera dell’Auditorium Parco della Musica da 14 al 24 ottobre scorso con la proiezione di ben 129 film,
Non solo proiezioni, attori, conferenze, red carpet, due premi alla carriera a due giganti del cinema, Quentin Tarantino e Tim Burton, ma anche un red carpet contro la violenza sulle donne.
Domenica 17 ottobre, a realizzare questa iniziativa, la sfilata sul red carpet è stato Michele Simolo, fotografo, presidente dell’associazione “obiettivo no violence”.
“ Obiettivo no violence è un progetto fotografico nato circa 10 anni fa con il coinvolgimento di circa 53 attrici ed attori, più altre persone al di fuori del mondo dello spettacolo, persone comuni che hanno voluto prendere parte attraverso questo progetto per dare un messaggio, per dire No alla violenza sulle donne”, così ai microfoni di Paeseroma Michele Simolo.
Simolo ha girato un video e scatto fotografie per sensibilizzare sulla violenza sulle donne, dando la parola ad attori ed attrici, modelli.
“ Questo progetto l’ho portato nelle Istituzioni, alla festa del cinema, l’ho portato nelle scuole nelle carceri, con la Polizia di Stato, al Comune di Roma”, ci racconta il presidente della associazione per “dire NO alla violenza sulle donne”.
Ci spiega che il progetto è costituito anche da un video e foto con immagini che rappresentano episodi di violenza, immagini che inducono, secondo Simolo, “le donne a parlare, ad esprimersi, a raccontare la violenza” subita. Il fotografo invita le donne a denunciare, “anche perché molte associazioni aiutano gratuitamente” e conclude “denunciate, denunciate”
Abbiamo sentito alcuni testimonial dell’evento alla festa del cinema di Roma.
Simona Mattioli, attrice, nella sedicesima edizione del festival del cinema di Venezia è presente per testimoniare
contro la violenza sulle donne con l’obiettivo no violence… “ stop alla violenza sulle donne abbattiamo i muri”, mentre sfoggia il suo abito rosso.
Arianna Cigni, conduttrice tv, ” abbiamo voluto portare la nostra voce alla festa del cinema proprio per cercare di eliminare questo problema,” e ci ricorda che “dal primo gennaio siamo a 86 femminicidi, 1 ogni 3 giorni. Dobbiamo fermare questa situazione in qualche modo” ribadisce la conduttrice TV.
Crina Cuibus, artista, musicista, attrice, conduttrice TV, si sofferma sulla importanza di essere unite cercando si dare voce anche alle donne che sono morte per mano degli ex mariti, compagni. ” Diamo voce a coloro che non ci sono più, ai loro familiari, ai loro figli, chiediamo aiuto per l’educazione, manca l’educazione, il rispetto, ribadisce la Cuibus. “A questi uomini manca l’amore, insegniamo l’amore” conclude la Cuibus
La Cigni conclude “bisogna accelerare i tempi, la burocrazia fa aumentare i tempi e le donne stanno sempre più in pericolo, anche se la donna denuncia, incattivisce l’uomo, quindi sostiene la Cigni “nel momento in cui denuncia è lì che bisogna far qualcosa, bisogna intervenire”.
Antonio Fazio, attore ” la violenza va punita, denunciata, la violenza non deve esserci, quella fisica, quella verbale perché anche quella verbale può essere micidiale”.
” Auspico possano esserci delle leggi che vengano rispettate, che possa essere tutelata la figura della donna, anche dell’uomo se subisce violenza” ci dice Antonio.
“No la violenza di ogni tipo, cerchiamo di essere tutti uniti e mi raccomando denunciate perché l’unica arma che una persona può avere per salvarsi”.
Mike Cipriano, modello, attore
” Come in tutte le cose metterci sempre la faccia e denunciate il tutto. Non è giusta, non è corretta nei vostri confronti”, conclude il modello Mike, ribadendo l’importanza di denunciare.
Marianna Petronzi, attrice di teatro e cinema
Marianna ha interpretato molti ruoli che raccontano la violenza sulle donne e “cerchiamo noi artisti di metterci nei panni di queste donne, di questi problemi che hanno subito, tutti i modi di sollevare su, e di farle capire che il silenzio è sbagliato, “non state zitte.
” Gli uomini non devono essere una aggiunta, noi siamo complementari con noi stesse, con noi stesse, noi siamo indipendenti non abbiamo bisogno di nessuno, siamo forti nel nostro piccolo, noi siamo l’altra metà della mela, non abbiamo bisogno dell’ altra metà. Siamo donne completale, abbiamo avuto la parità dei sessi” Ed aggiunge “quando una persona ci fa del male, non è assolutamente giustificabile, anzi non dobbiamo mai giustificare una tematica del genere perché non si parla solo di violenza fisica, ma anche una parola, un gesto, una qualsiasi cosa, non la dobbiamo tollerare, assolutamente e dobbiamo denunciare” conclude l’attrice.
Le Istituzioni, ogni cittadino ci invita a denunciare, ma le donne chiedono alle Istituzione protezione dopo la denuncia perché, purtroppo la realtà di alcuni tribunali è che le denunce vengono ritenute “strumentali e di pregiudizio”, le donne vengono sospese e revocate della responsabilità genitoriale, allontanare in maniera violenta dai proprio figli, entrano in una sistema perverso di doppia violenza, quella domestica ed istituzionale, si sprofonda in un inferno dal quale è molto difficile uscirne. Una non vita, niente è come prima, senza i figli non si vive, non si respira, i giorni sono pieni di dolore, una ferita al cuore. Quindi, le donne lottando ogni istante per riavere i propri figli ed impedire che soffrano ulteriormente, per riportarli alla vita, all’amore così forte che una mamma gli può dare.
Denunciare si, ma protette ancora di più; basta semplicemente il rispetto delle normative nazionali, sovranazionali, le sentenze della suprema Corte di Cassazione, le convenzioni europee, specialmente quella si Strasburgo e non ultima la risoluzione del Parlamento europeo del 6 ottobre scorso.
Basta “poco” per non far morire e maltrattare donne e bambini, il rispetto delle leggi!