In occasione della ricorrenza del natale di Roma, domani 21 aprile alle ore 11.30 il Parco archeologico del Colosseo ospita l’attore e regista Abel Ferrara per la lettura delle poesie di Gabriele Tinti ispirate ai riti della fondazione di Roma ai luoghi e miti connessi alla fase originaria della città. La lettura delle poesie, avrà luogo nei pressi dell’umbilicus urbis che – come dice lo stesso nome – è il centro simbolico della città, per poi concludersi in prossimità del Lacus Curtius, un luogo enigmatico avvolto da molte leggende.
L’umbilicus urbis è stato identificato con il centro ideale della città che celava il mundus, ossia la fenditura nel terreno dedicata agli dèi Mani che fungeva da contatto – da porta – tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Il passaggio veniva aperto tre volte all’anno con la formula di rito Mundus patet che consentiva alle anime dei morti di ricongiungersi a quelle dei vivi in giorni considerati nefasti.
Le poesie ispirate al Lacus Curtius si riferiscono invece alle varie narrazioni mitiche e in particolare al racconto di Tito Livio che parla di una profonda voragine che improvvisamente si aprì nel cuore del Foro Romano, forse all’inizio del periodo règio. Egli riporta che furono compiuti numerosi tentativi per riempirla con la terra, ma senza successo. Il responso degli auguri fu – come sempre – di difficile interpretazione: l’abisso poteva essere chiuso soltanto con il sacrificio di quo plurimum populus Romanus posset, (Livio – Ab urbe condita, libro VII, cap.V), ovvero di ciò che il popolo romano avesse di più caro; il cavaliere Marco Curzio pensò che la cosa più preziosa dei Romani fosse il valore dei suoi giovani soldati. Fu così che, vestito con l’armatura da battaglia montò in sella al suo cavallo, e si gettò nella voragine – sacrificando la propria vita.
Nello straordinario contesto del Foro Romano si conclude il ciclo di Canti di Pietra, promosso e organizzato dal 2020 dal Parco archeologico del Colosseo, in collaborazione con DoubleTree by Hilton Rome Monti, e curato dallo scrittore e poeta Gabriele Tinti. Dopo la collaborazione con diversi altri attori – tra cui Michele Placido, Franco Nero, James Cosmo, Stephen Fry che si sono prestati a celebrare le antiche divinità del Pantheon romano e alcuni dei più celebri monumenti del Foro Romano, del Palatino e della Domus Aurea, tocca ora a Abel Ferrara.
“Si conclude con il Natale di Roma, un ciclo di grande successo che ha portato la poesia all’interno del Parco archeologico del Colosseo; che ha fatto rivivere l’arte e il mito presenti nel cuore di Roma, regalando al pubblico da remoto, nei lunghi mesi di pandemia, e a quello in presenza in occasione degli ultimi incontri, la possibilità di ascoltare parole e versi che contribuiscono all’immortalità dei luoghi del Parco – dichiara Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo – il Parco continua a lavorare per offrire ai propri visitatori forme nuove e diverse di conoscenza e avvicinamento al mondo antico: dalla musica, alla poesia, all’arte contemporanea, alla letteratura fondendole con il suo straordinario contesto artistico, archeologico e architettonico”.
Sempre nella giornata di domani, alle 16.30 il Parco archeologico del Colosseo ospita in Curia Iulia la presentazione del volume di Sergio Fontana “Che fine ha fatto Romolo?“; nel giorno della ricorrenza della fondazione di Roma ne parlano Michel Gotor, (storico e assessore alla Cultura di Roma Capitale), Paolo Carafa, (dell’Università di Roma La Sapienza), Valeria Di Cola, (dell’Università di Roma RomaTre), Giuliano Volpe, (dell’Università di Bari Aldo Moro). Romolo redidivo si muove in una Roma in cui convivono scenari cronologicamente diversi: l’ottavo secolo avanti Cristo, la prima metà dell’Ottocento e la Roma contemporanea; i luoghi sono gli stessi, ma divengono il punto di partenza per un viaggio straordinario e stupefacente, nella memoria stessa della città.
F.B.