Quest’anno il vincitore del Premio Bagutta 2023 va al libro “Avere tutto” edito da Einaudi di Marco Missiroli. La giuria, presieduta da Isabella Bossi Fedrigotti, con segretario Andrea Kerbaker, è composta da Marco Amerighi, Rosellina Archinto, Eva Cantarella, Elio Franzini, Umberto Galimberti, Davide Mosca, Elena Pontiggia, Enzo Restagno, Mario Santagostini, Roberta Scorranese, Alessandra Tedesco, Valeria Vantaggi e Orio Vergani.
Si legge in una nota inviata dal Premio «i giurati hanno rilevato che Avere tutto rappresenta la tappa più intima, vera, personale, soprattutto per due elementi narrativi: da un lato il profondo rapporto di un figlio con il padre anziano, malato, che pagina dopo pagina si indebolisce e viene meno, fino a una morte aspra; altrettanto sincero lo scavo nel grande vizio nascosto del giovane protagonista: il gioco d’azzardo, che gradualmente si insinua nella narrazione, dapprima in maniera subdola, sottile, con accenni ai tavoli di carte che iniziano in sordina e poi si fanno via via più frequenti», prosegue il comunicato, «la morte e la minaccia della rovina per il gioco procedono così in simbiosi, in un romanzo che alla giuria è parso coraggioso e convincente».
Dopo il successo di “Fedeltà” (edito da Einaudi) finalista del Premio Strega, in questo libro si tratta di “ludopatia” e di un complesso rapporto padre figlio tutto inscenato in una camera d’ospedale. Si vocifera che il nuovo romanzo di Missiroli sia già in lizza tra i candidati al premio Strega. Ma chi è Marco Missiroli? Giovane scrittore riminese, che a soli quarant’anni, alle spalle ha già una serie di pubblicazioni per le quali ha ottenuto diversi premi.
Nel suo ultimo romanzo, potente e maturo, “Avere Tutto” racconta la storia di un giovane uomo che torna nel paese d’origine per affrontare i propri vizi, passioni e persino la propria famiglia. “Avere tutto” è un titolo che racconta la storia di un padre e quella di un figlio. Emozioni inespresse, verità nascoste, silenzi nell’intimità domestica, maschere usate per celare le oscurità dell’animo. Due personaggi ben delineati nella loro fragilità, ma allo stesso tempo nel loro costante sforzo di riscatto. Due uomini formati da parti luminose e buie, simili e diversi, complicati nella loro apparente semplicità.
Il premio per l’opera prima è andato invece al trentatreenne Andrea De Spirt, autore di “Ogni creatura è un’isola”, edito dal Saggiatore. Un romanzo in 500 paragrafi, a volte brevi o brevissimi, in cui si racconta di un giovane alla ricerca di tracce del fratello, misteriosamente scomparso su un’isola. La giuria, si legge ancora nel comunicato, «ne ha apprezzato in particolare la forma, non priva di una certa tendenza alla sperimentazione, senza però essere mai troppo spericolata».
La cerimonia di premiazione si terrà il prossimo 29 gennaio presso il Teatro Grassi a Milano.
Agostino Fraccascia