Nell’accogliente salone della Biblioteca Comunale di Paternò (CT), venerdì 9 giugno, è stato presentato il romanzo “L’amico imperfetto” di Rosario Galli (edizione Fila 37). Ad accogliere lo scrittore-regista sono stati il sindaco Nino Naso e la professoressa Maria Carmela Ciancio, presidente A.M.M.I. (Associazione Mogli Medici Italiani). Dopo i rituali saluti del Sindaco e della Presidente, è stato il prof. Pino Pesce, critico teatrale, a colloquiare con il poliedrico intellettuale etneo che ha dato tanto alla narrativa, al teatro, al cinema e alla televisione.
La presentazione è stata arricchita da applauditi momenti d’arte del duo “Le Belliniane”: Margherita Aiello (soprano) e Claudia Aiello (pianista), e degli attori di prosa: Giovanni Rizzuto e Chiara Seminara che hanno letto alcuni passi del romanzo. Dal dialogo fra il regista e il professore è venuto fuori un singolare profilo del protagonista: il Principe (avventuriero, anarchico, sregolato, meteco, giocatore di poker, casanova), attorno al quale girano 12 donne, tutte innamorate di lui, di cui una sarà la moglie.
“L’Amico Imperfetto è un romanzo psicologico noir come sostengono i critici, ma anche aggiungerei di formazione”, afferma Pesce “in quanto descrive l’evoluzione psicologica del Principe nel rapporto con il suo amico d’infanzia Luciano (suo alter ego) e con gli ambienti sociali romani e parigini. In tutto il romanzo c’è una costante filosofica sul Nulla. Il Nulla, il caos, il tempo, l’attesa e la Poesia sono, per l’interlocutore, la base culturale di tutto il romanzo.”
Appassionante (lo si leggeva nell’entusiasmo del pubblico) tutto il dialogo fra Galli e Pesce sul tempo che ha sempre attratto pensatori e letterati, antichi e moderni. “Ha detto bene il professore sul Tempo, richiamando la Grecia e l’Oriente, il cristianesimo e l’umanesimo, e soprattutto L’attimo fuggente con Robin Williams” dice Galli, che precisa: “Il Principe fra kronos e Kairòs, sceglie quest’ultimo perché la quotidianità gli sta stretta per cui ha bisogno di rompere gli schemi precostituiti, a costo di abbandonare la famiglia dopo 28 anni di matrimonio sempre innamorato della moglie e devoto ai figli.”
Molto coinvolgente nel romanzo il “cantuccio” dedicato alla poesia, tanto esaltata da Luciano, lui stesso poeta. Scrive Galli in una suggestiva pagina: “il poeta non si ferma al visibile, guarda oltre, con altri occhi, come se fosse cieco.” Con Omero il professore e lo scrittore risvegliano tante reminiscenze: da Virgilio a Dante; da Petrarca al Leopardi, al D’annunzio e quindi al Foscolo che rende immortale la Poesia.
Ma stupisce non poco l’enigma della chiusura del romanzo: capovolge i fatti, sorprende e non conclude; per cui al lettore non rimane che interrogarsi sulla vera identità del protagonista, il quale rimane un mistero da risolvere; quindi l’attesa di un mistero che non viene svelato. Non è che Rosario Galli stia già pensando ad un nuovo romanzo che ne riprenda il filo?