Il brano “Giulia’s Ballad” scritto e interpretato da Ida Elena De Razza vuole essere un tributo a Giulia Tramontano, la giovane donna uccisa, il 27 maggio 2023, al settimo mese di gravidanza, dall’uomo che amava. Il brano vuole essere letto e percepito come una favola, per adattarsi anche all’ascolto da parte dei più piccoli. Il ritornello “sette biscotti di marzapane, sette rose e gigli, sette piccole stelle d’oro. Chiudi gli occhi e sogna, tu e il tuo piccolo raggio e di sole, gli angeli canteranno una canzone” si rifà in qualche modo alla ninna nanna dove si ha la percezione di protezione da parte della mamma e dall’altra il temere l’ignoto. La dolcezza delle note e l’incanto delle parole coinvolgono nel contempo l’udito nella magia dell’ascolto e l’inconscio nello scoprire una verità spesso difficile da affrontare.
“Giulia’s Ballad” è stata interpretata dall’artista in anteprima il 21 luglio al “Festival del Cinema di Milazzo”, in occasione della presentazione del thriller “Fiore di Agave” di Salvatore Arimatea dove la stessa Ida Elena è protagonista con Clara Cirignotta e la mamma Fioretta Mari. Il film tratta di tematiche come l’aborto e il trapianto di organi, dando grande risalto all’universo femminile; pertanto, il contesto giusto per presentare questa canzone, accolta calorosamente dal pubblico presente.
Incontriamo Ida Elena, che ci racconta come nasce un’opera con queste tematiche così forti e come è riuscita a portare in note questo tragico evento.
Giulia è morta barbaramente uccisa dall’uomo che amava, come ti sei sentita come donna appresa la notizia? Come donna e come essere umano mi ha toccato moltissimo e mi ha fatto riflettere sul fatto che molte di noi, più che accettare certi comportamenti al limite dell’abuso da un partner, siamo sempre prese a sognare e proiettiamo il nostro sogno su qualcuno, come fosse un filtro rosa, che edulcora i suoi comportamenti che noi non leggiamo in maniera lucida e nitida. Ho pensato che forse proprio perché abbiamo distorto il significato iniziale delle favole del passato, che non volevano dirci che ogni uomo è un principe azzurro, ma che anzi volevano darci i mezzi per diffidare da certe cose, come il classico lupo travestito d’agnello.
Molte donne sono state uccise negli ultimi anni, cosa ha di diverso Giulia che ti ha colpito e che ti ha portato a scrivere questa canzone? Questo fatto così drammatico avviene non molto dopo una mia interruzione di gravidanza involontaria. Ne ho sofferto molto e vedere la vita di una giovane donna strappata via dall’uomo che avrebbe dovuto proteggerla, anche sapendo che portava in grembo il suo bambino che pure non avrebbe mai visto la luce, è stato troppo d’impatto per me. Quando ero in fase di scrittura, piangevo ininterrottamente ed è stato difficile incidere questo pezzo per questo motivo, ma ho deciso di dare voce a questi sentimenti e credo di aver fatto bene. Spero il mio messaggio arrivi il più possibile al cuore di chi ascolta.
Nonostante si affronti un tema così “amaro” i toni e ritmi molto dolci sono stati scelti in omaggio al bambino mai nato o c’è in fondo un’altra chiave di lettura? Ho voluto dare una connotazione favolistica al brano perché credo fortemente nella saggezza del passato. Come una favola, con grazia, racconta storie cruente (come gli originali di Perrault e La Fontaine o i fratelli Grimm, non delle versioni Disney) e fornisce mezzi come la morale finale che serve da monito e rimane nel subconscio del bambino, io ho cercato di raccontare questa storia nel modo più “rosa” possibile, ma anche cercando di ammonire noi donne e chiunque altro sia un sognatore, a non sognare troppo, perché la realtà poi colpisce duramente come un fascio di luce nell’oscurità, tutta insieme.
Il brano uscito il 1° agosto 2023 è distribuito su tutte le piattaforme digitali.
Eleonora Francescucci