Una delle più antiche sagre della provincia volge al termine nella giornata di oggi. Come ogni anno ha potuto contare su un’affluenza notevole grazie alla presenza di iniziative artistiche sempre nuove e valide. Giunta ormai alla 57esima edizione, la Sagra del Marrone ha regalato ai segnini intense giornate di festa.
Non solo castagne calde e i migliori vini locali, è una sagra ad altissimo profilo culturale questa! In nome del rispetto e della valorizzazione delle tradizioni e dei prodotti locali, Segni ha svelato al pubblico i suoi angoli migliori. Visite guidate, attività ludico-didattiche hanno animato l’evento da giovedì a oggi. Particolare attenzione è stata rivolta all’archeologia, in linea con la sensibilità propria della città per la disciplina. Segni vanta infatti una florida attività scientifica e didattica che trova il suo centro nevralgico nel Museo Archeologico (http://www.museosegni.it/index.php), oggi aperto al pubblico fino alle 16 con visite guidate a cura dell’associazione “Amici del museo”. Che la componente storico-artistica faccia sentire il suo peso nell’evento è chiaro fin dal sottotitolo della sagra: “XI sec. a.c. … e già eravamo segnini” ricordano simpaticamente le locandine.
Il sabato sera, ogni anno, rimane uno dei momenti più caldi della festa. Musicalmente votata al popolare, la serata ha visto alternarsi gruppi che non rinunciano alla ricercatezza nelle scelte per coinvolgere un ampio pubblico. All’interno del Festival di Musica Popolare si sono esibiti i Folkgrass, i Popularia e infine gli Aranira. Nato con il desiderio di valorizzare i ritmi più antichi del sud e centro-Italia, quest’ultimo gruppo ha richiamato nelle mura segnine ballerini esperti, attivi nell’ambiente del ballo popolare capitolino. Due ore e mezzo di pizziche, tammuriate e saltarellilaziali hanno fatto da colonna sonora alle cantine e bancarelle aperte per l’occasione.
Elisiana Fratocchi