Il re dell’estate torna protagonista a Pescia Romana con 4 giorni di festa: da ben 28 anni, infatti, questo piccolo paese della provincia di Viterbo al confine tra il Lazio e la Toscana saluta l’arrivo della bella stagione con la “Sagra del melone”. Un appuntamento che torna puntuale dal 16 al 19 luglio e che permetterà ai visitatori di gustare questo amatissimo frutto non solo come antipasto, magari insieme al prosciutto crudo, o per “pulirsi la bocca” alla fine delle portate, ma in tutte le sue molteplici varianti. Pochi lo sanno, ma da quando ha iniziato ad essere consumato nell’area del Mediterraneo grazie agli Egizi – nel lontano V Secolo a.C. – il melone è stato considerato a lungo una verdura e utilizzato all’interno dell’insalata, oppure come una particolare pietanza da condire con pepe e sale.
Per 4 giorni, nella piccola frazione del comune di Montalto di Castro, il frutto giallo sarà servito davvero in tutte le salse, dalle marmellate alle conserve arricchite al peperoncino, dai gelati fino ad originali piatti salati. Il melone – del quale molti conoscono le proprietà abbronzanti, mentre in pochi sanno che è consigliato anche per combattere lo stress – nobiliterà e accompagnerà tutte le altre pietanze proposte nei giorni della sagra, tutte tipiche della tradizione viterbese: penne alla buttera e gnocchi al ragù come primi piatti, stinco di maiale e cinghiale con polenta come secondi.
A fare da cornice alla manifestazione saranno come di consueto gli spettacoli musicali, pirotecnici e di cabaret, gli incontri culturali e i banchi della mostra mercato allestita nelle vie del Borgo Vecchio: un piccolo gioiello tutto da scoprire, sorto nel 1700 intorno ad una piccola chiesa edificata dai gesuiti ed intitolata al loro fondatore, Sant’Ignazio. Raggiungere Pescia Romana nei giorni della Sagra rappresenta anche un’ottima occasione per andare alla scoperta della terra dei butteri della Maremma Laziale, sospesa tra la tranquillità della campagna e il mare, con un grande arenile di sabbia fine lungo oltre 8 chilometri protetto da un tombolo naturale che è rimasto intatto nei secoli. Il paese, inoltre, costituisce un ottimo punto di partenza per chi vuole effettuare escursioni naturalistiche o culturali: nell’arco di pochi chilometri è infatti possibile raggiungere Capalbio, il Monte Argentario, Sovana, le Terme di Saturnia, e l’Oasi WWF di Burano; e ancora Vulci con il Castello dell’Abbadia e la Tomba François, Montalto di Castro e Tarquinia.
di Martina Mugnaini