Elisabetta Sirani è stata una pittrice e incisore italiana, di stile barocco, scomparsa a soli ventisette anni. La mostra, organizzata in occasione della XXI edizione di “festivalfilosofia”, con BPER Banca come main sponsor per il secondo anno consecutivo, esplora la tematica della “libertà” attraverso le opere di Elisabetta Sirani, un’artista osannata dai contemporanei e ricercata dai più grandi collezionisti dell’epoca, che ha dimostrato la sua libertà e autonomia fondando la prima accademia d’arte per giovani donne in una società dove l’attività artistica era principalmente associata agli uomini, lasciando aperte a loro, solo le possibilità delle “arti minori”.
La curatrice della mostra e consulente di BPER Banca, Lucia Peruzzi, afferma «La sua vicenda di artista donna è del tutto particolare e parte dalle lunghe pagine di elogi del biografo e mentore Carlo Cesare Malvasia per poi snodarsi tra realtà e leggenda nel mito della “vergine pittrice” nel brevissimo arco di tempo che le fu concesso di vivere. Elogi per il suo pennello virtuoso, per la sua maestria e per la sua rapidità (in soli dieci anni licenzia circa duecento dipinti); elogi per la sua cultura e per il via vai di clienti persi in sua adorazione nel vederla all’opera; ed elogi anche per le doti di donna devota e di onesti costumi che svolge i “femminei” servizi nella casa di via Urbana a Bologna. La morte precoce, misteriosa e improvvisa, la porta via a soli ventisette anni. Secondo la diceria popolare sarebbe stata responsabile una serva di casa gelosa di un innamorato di Elisabetta, in una suggestiva ambiguità che avrebbe portato la vicenda su una strada diversa da quella della storia dell’arte per farla diventare leggenda. Ma Elisabetta, che si è formata sotto l’egida stretta del padre Giovanni Andrea e che in vita viene celebrata come la reincarnazione artistica al femminile di Guido Reni, riesce a liberarsi dagli stereotipi e dagli schemi che rischiano di tenerla imprigionata e a superare il limite entro il quale avrebbe voluto tenerla il padre. Fa volare l’immaginazione e inventa un modo tutto suo di usare i pennelli, imparando a muoversi tra le squisitezze formali dei deliziosi “quadretti da letto” e la pittura più robusta riservata alle sue donne forti, da Giuditta a Dalila, da Timoclea a Porzia, nelle quali sembra proiettare la propria rivalsa di pittrice emancipata».
La mostra comprende quattro opere di proprietà della Collezione BPER Banca e cinque dipinti da collezioni private emiliane. Il viaggio espositivo inizia dalle origini con l’opera “Amore dormiente” di Guido Reni, da cui Giovanni Andrea Sirani, padre di Elisabetta, è stato allievo; rappresentato dalla tela “La Terra dona a Nettuno i bulbi di tulipani”. Entrambe le opere sono della collezione BPER Banca. La tecnica e gli insegnamenti di Giovanni Andrea Sirani sono raccolti dalla giovane Elisabetta che possiamo vedere nelle opere “Madonna che allatta il Bambino”, “San Giovannino nel deserto”, “Amor vincit omnia”, “Sacra Famiglia con Santa Teresa”, “Venere e Cupido” e “Circe”. La narrazione si conclude con un’opera di Ginevra Cantofoli, allieva della Sirani, “Sibilla”.
La Presidente di BPER Banca, Flavia Mazzarella spiega «Per il secondo anno consecutivo siamo main sponsor di “festivalfilosofia”, la principale manifestazione filosofica in Italia, a conferma dell’impegno di BPER Banca per la cultura. Con questa straordinaria mostra presentiamo il percorso artistico di una donna con una personalità eccezionale, una vera innovatrice nel panorama artistico del Seicento emiliano che è stata un esempio di libertà, capace di rompere gli schemi degli stereotipi di genere e delle convenzioni sociali e culturali di allora».
Eleonora Francescucci