«La storia di questa mostra viene da lontano, e cioè dalla mia frequenza di Spilimbergo, dove, col pittore Cesare Serafino, venni nominato a far parte della Commissione Cultura dall’allora Sindaco Renzo Francesconi. Fra le altre attività, organizzammo nella frazione di Tauriano, una mostra di arte moderna e lì sentii parlare di Umberto Martina. Poi mi portarono a vedere la Pala della Chiesa di San Rocco in centro storico a Spilimbergo e mi piacque quella sua pittura pastosa. Così, approfondendo, scoprii che nel Duomo di Portogruaro, dove abito, ha operato lo stesso Martina facendo le ante laterali dell’organo, tuttora visibili. […]..Altri dipinti suoi mi vennero indicati in casa di privati e poi alla GAM di Udine e nel Museo Civico di Pordenone» così ha dichiarato Boris Brollo, curatore della Mostra su Martina.
Umberto Martina ( 1880- 1945) pittore friulano di Dardago di Budoia in provincia di Pordenone, è uno di quei pittori ingiustamente dimenticato dalla critica. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti a Venezia dove approfondì lo studio della figura, si trasferì a Monaco di Baviera presso la locale Accademia. Tornato in Italia partecipò alla Mostra nazionale di Belle Arti di Milano, e successivamente partecipò a varie edizioni della Biennale d’arte di Venezia ( 1907. 1909, 1910, 1912, 1922, 1924) oltre a molte collettive a Ca’ Pesaro. Noto per i suoi ritratti, ebbe un ampio giro di committenze private e le sue opere furono spesso esposte in salotti borghesi veneziani. Dipinse anche vari soggetti sacri, nudi, paesaggi e vedute d’interni, ma molte sue opere risultano purtroppo disperse. Nella sua bottega veneziana a S.Barnaba accolse giovani allievi come : Luigi Zuccheri, Virgilio Tramontin e Armando Buso. Fu molto attivo nel Triveneto ed in particolare a Spilimbergo, dove decorò il salone di Palazzo Ciriani e realizzò i bozzetti per il pannello musivo per il Monumento ai Caduti. La mostra dedicata al pittore con la curatela di Boris Brollo è stata organizzata dalla Fiera di Pordenone, col partenariato della Fondazione Friuli e Comune di Pordenone. In mostra oltre una trentina di opere “fra sacro e profano”
«Umberto Martina trovò nel sacro una serie di commissioni importanti che, a mio avviso, però, gli fecero tralasciare quella sicurezza nell’uso della materia pittorica e della conseguente gestualità che emergevano invece nella sua pittura profana. Nel sacro egli era più lezioso, e tornito. Quasi illustrativo in questo repertorio classico storico. Accattivante sì, tanto da essere comunque amato ed ammirato, mentre mantiene ancora nella misura piccola delle opere sacre la propria impronta espressiva da pittore nordico. Qui si incrociano pennellate piene di luce accanto ad una preziosità della materia che si illumina da dentro, e rende oggettiva e personale la figurazione, tanto da ricordare la pittura fiamminga così minuziosa e precisa. Così nelle opere qui presenti della Sacra Famiglia, mentre nella Crocefissione vi sono echi di Frans Hals e Rembrandt per la luce dirompente dall’alto. L a testa del Cristo dai toni rossi diventa un quadro del primo espressionismo della scuola di Dresda. La Testa di vecchio con la Barba (San Bartolomeo) è di una precisione da bulino tipica della pittura nordica. Le tre Sante, a parte la composizione della scena alla maniera del Tiepolo, hanno ancora baluginii espressionistici che rendono i visi ancora vivi nel loro fervore sacro.Nei Nudi (quattro più un disegno) vi si può ritrovare il segno di un certo Liberty, anche se rigido quasi intagliato, come nel Ritratto allo specchio e in Allegoria, nudi femminili. La linea ritorna più morbida nel grande Nudo disteso (anni Venti) pieno di lucore bianco con sul fondo una scimmia fatta con pennellate forti e dense accanto ad un bagliore blu che crea un netto contrasto tra la figura bianca e il fondo oscuro. Mentre nel Piccolo Nudo di schiena si riconosce la posa di un nudo di Velasquez attorniato da sciabolate di pennello che rimandano al fare di Giovanni Boldini. Le scenette galanti veneziane, infine, ricordano il Settecento di Pietro Longhi e mimano una Venezia da racconto oramai favolistico, venato di nostalgia, che le pennellate ricostruiscono manieratamente», così ha dichiarato il curatore Brollo.
La mostra “Umberto Martina, fra sacro e profano” al Museo Civico -Palazzo Ricchieri di Pordenone sarà visibile al pubblico ( salvo proroghe) sino al 12 giugno 2022.
di Daniela Paties Montagner