Hostia: l’intimo racconto dell’ascesa e della caduta del genio controverso di Pasolini
Le opere esposte, che rimandano a un’installazione più che a una semplice esposizione, ‘narrano’ la fine tragica di Pasolini in una sorta di evoluzione incalzante e anche onirica che porta il visitatore dentro e fuori l’esistenza del poeta. Tutto parte da una sorta di ‘pala d’altare’ in cui il corpo del poeta attraversa, a ritroso, la propria vita: l’infanzia, il ritorno a sua madre Susanna, i successi e i riconoscimenti, gli incontri con i grandi riferimenti sacri che lo hanno ispirato. Non è solo una memoria celebrativa quella che Verlato ha voluto lasciare al visitatore, ma un vero e proprio progetto, presentato in scala, di un mausoleo dedicato all’intellettuale da far sorgere nell’area di Ostia dove è stato ucciso. Una costruzione classicheggiante, un Pantheon laico, dove Verlato ha previsto un teatro, un cinematografo, un museo e un cenotafio. È questa la prima pietra di un Festival che dovrà essere dedicato alla figura di Pasolini nascendo proprio sulla terra che gli è stata fatale senza ancora nessuna verità.
Un conflitto tenebroso tra vita e morte si respira seguendo il corridoio della mostra per arrivare alla grande stanza dove il calco di legno, sospeso nel vuoto, presenta reale e scultoreo il corpo di Pasolini esanime e spento che precipita nella morte. Appeso da lunghi fili al soffitto: oscilla e cade, sempre di più. Sembra di rivedere in altra forma d’arte la famosa “Cappella Sistina di Tor Pignattara“, nata appunto dall’arte di Nicola Verlato sulla facciata di una palazzina in via Galeazzo Alessi 215, nell’aprile del 2015.
È quello il punto ‘centrale’ del mausoleo, circondato da grandissime tele, calchi in gesso e fotografie mentre un video con una musica suggestiva ripercorre tutto il progetto attraverso questa sorta di volo libero che il corpo di Pasolini affronta dalla vita all’assassinio, per fare poi ritorno in altre forme. Ed è la poesia una delle forme di questa immortalità: ci sono i calchi in gesso dei volti di Petrarca e di Ezra Pound. E il cinema, con i premi ricevuti per i suoi film di denuncia sociale.
C’è il volto della mamma Susanna Colussi, il cuore di tutta la vita intima dell’intellettuale. Suggestivi e pieni di colore, quasi in una scena di film, l’assassinio del poeta di Christopher Marlowe – una delle tante ipotesi sull’assassinio all’Idroscalo – il ritrovamento del corpo di Pasolini di Verlato e un avvolgente disegno a carboncino che rievoca le scene del film Salò. Opere ‘caravaggesche’ come le ha definite il critico d’arte Vittorio Sgarbi che immergono nei fatti.
Oltre l’esposizione: la riqualificazione dell’area di Ostia riparte dall’arte
Finisce oggi l’esposizione, ma non il progetto ambizioso che Verlato ha presentato. Sorgerebbe nell’area del parco dedicato a Pasolini dove oggi vi è una stele. Verrebbe riqualificata l’area e data alla città una nuova grande opera d’arte. In occasione dell’inaugurazione di Hostia l’assessore alla cultura di Roma, Michele Gotor aveva dichiarato: “Dobbiamo incontrarci e mettere sul tavolo tutte le problematiche di un progetto così ambizioso”. L’anno del centenario della nascita di Pasolini sarebbe proprio il momento giusto per inaugurare questo confronto: non solo frasi commemorative su t-shirt e celebrazioni, ma un riscatto ‘sociale’ della terra che gli ha tolto la vita e una cittadella vivente di cultura aperta a tutti, come a lui sarebbe piaciuto, sul fianco marino della Capitale. Quel mare da lui tanto amato.
Aurora Mocci