Nelle ultime fashion week internazionali i trend della moda si sono inseguiti anche sul tema della sostenibilità, e la serie TV “Sport Crime”, fin dal lancio della prima stagione in concomitanza con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografia della Biennale di Venezia, tra le varie originalità del suo format, ha inaugurato un nuovo modo di vestire, capace di “bucare” lo schermo e colpire anche per il suo impatto etico/etnico/ecologico. Nella Stagione 2 appena conclusa come nel live di una band, gli Xpensive Legs, che mette in hard rock storie di sport , farà il suo debutto ufficiale questo venerdì 7 febbraio alle 21.30 al Rock’n’Roll Milano. Sete indiane, ritagli di tessuti africani, brandelli di sari non sono mai stati visti in chiave sportiva e muscolare. Invece, a partire da Luca Tramontin “Dabs”, rugbista-rocker nella vita e nella serie distribuita da Prime Video USA e UK, i colori del Gange si incollano a tute da ginnastica, felpe da pugili e scarpe da atletica prendendo un tono muscolare che sa molto da anni ‘70 su un fisico alla Iggy Pop di quasi 2 metri. «Dai primi anni di Sportitalia vedevo questo super-atleta che commentava il rugby e quando entrava in redazione si toglieva di dosso delle stoffe fucsia, gialle, viola. Aveva deciso di non dare troppo nell’occhio in ambito televisivo, la sede era vicino a Corso Como e alla movida milanese, mentre le TV in genere sono in periferia. Gli ho fatto delle domande ma era evasivo, causava molte invidie già… respirando, figuriamoci vestito di sari…», cosi ha dichiarato Daniela Scalia, produttrice e co-protagonista della serie.
«Alla mostra del Cinema di Venezia tutti guardavano Luca, ma anche i suoi vestiti », ha commentato Nico Tramontin, ex hockeista lanciato verso una carriera di pugile e di co-autore della serie. I Cros(s)on di Dabs piacciono un po’ a tutti , senza distinzione di genere ed età, dalle attrici californiane della serie, agli ex ballerini dell’Opera di Parigi, dalle curatrici di mostre d’arte di Montecarlo alle produttrici inglesi, segnando l’originalità di un’interpretazione che strizza l’occhio ai Seventies, ma è modernamente “green” . I modelli sono unici, realizzati sulle esigenze di scena, dentro a fuori dal set, ma sempre con attenzione alla rigenerazione dei vari elementi, con “design” suggeriti dai ritagli stessi dei tessuti di cui non viene sprecato nulla. Il materiale è quasi tutto di recupero o acquistato da produttori che sostengono progetti di sviluppo nei territori di provenienza. E, come evidenziato da Daniela Scalia: «Gli ultimissimi ritagli Luca li tiene comunque sciamanicamente in tasca – e ormai “Rock Cycle” è diventato il nostro motto».
di Daniela Paties Montagner
Immagine in evidenza: Luca Tramontin con il co-protagonista di Sport Crime Toussaint Mavakala, Foto di Andrea Sartori