Venerdì 13 ottobre, alle 11 (per le scuole di Gardone e Desenzano) e alle 21 ( per cittadini e turisti), Alessandra Brocadello e Carlo Bertinelli, dell’associazione “teatrOrtaet”, con la supervisione del regista teatrale Toni Andreetta (docente di Teoria e pratica del documentario all’ Università di Padova), al teatro di Villa Alba a Gardone Riviera ( suggestiva dimora noceventesca in stile neoclassico, ispirata addirittura al Partenone) metteranno in scena – a ingresso libero sino esaurimento posti – lo spettacolo “La Duse ( divina Eleonora)”. Brocadello e Bertinelli sono noti da tempo per l’ organizzazione di “Visite animate” in musei del Ministero per i Beni e le Attività Culturali o degli enti locali ( in cui i due attori interpretano, ogni volta, una coppia famosa, o una serie di personaggi, legati al preciso contesto del luogo): stavolta si tratta d’ un vero spettacolo teatrale, scritto da Carlo Bertinelli e organizzato dal Comune di Gardone. La biografia appunto della Duse (1858- 1924), attrice tra le piu’ grandi nella storia del teatro e donna coraggiosa ma infelice, dalla vita piena di successi e di amarezze.
L’attrice (interpretata da Alessandra Brocadello), che era nata a Vigevano, “figlia d’arte”, viene raccontata a partire dagli esordi nella compagnia teatrale degli stessi genitori: sino ai primi successi, interpretando testi di autori come Shakespeare, Verga, Dumas, Sardou, Ibsen, le tournees nei maggiori teatri del mondo, le difficili storie con personaggi importanti della letteratura ( un po’ com’ era accaduto a Sibilla Aleramo), quali Arrigo Boito e, soprattutto, Gabriele d’ Annunzio. E il primo ritiro dalle scene (1909), la prima guerra mondiale, il breve – ma trionfale – ritorno a teatro del ’21- ’24. Momento “clou” della pièce è nel gennaio 1921: quando la Duse, pressata anche da problemi economici, medita di tornare al teatro e, in albergo, riceve il giornalista Edouard Schneider, che ha in programma d’intervistarla e scrivere un libro su di lei. Da qui parte una serie di flash-back, che si concluderà con la morte della “Divina”, a Pittsburgh nel ’24, durante l’ultima tournèè in America.
“E’ uno spettacolo”, dice Carlo Bertinelli, che interpreta sia d’ Annunzio che Schneider e il capocomico marchigiano Cesare Rossi, -“che ha già toccato luoghi dusiani e dannunziani ( come Vigevano e il Vittorale degli Italiani); fondamentale per questa nuova edizione, è stata la supervisione di Toni Andreetta, mentre i costumi son stati realizzati con molta attenzione, partendo dalla documentazione fotografica della Fondazione Cini ( per la “Divina”) e di Mario Nunes Vais, fotografo preferito del “Vate”. Abbiamo rivisto, inoltre, la scena e l’uso delle luci: ora quasi “cinematografco”, con un continuo cambiamento secondo i luoghi dell’azione scenica. Alle spalle, c’è stato tutto un forte lavoro di ricerca: per creare una drammaturgia originale utilizzando le parole stesse dei personaggi (tratte da lettere, scritti e documenti vari)”.
“Elonora Duse – sottolinea Alessandra Brocadello – è un’ attrice straordinaria, con forte sensibilità per il nuovo e l’ originale: cerca testi nuovi, di autori contemporanei ( a maggior ragione in un’ epoca in cui , in Italia, scarseggiano le opere teatrali nuove), vuole scrollarsi di dosso i personaggui ottocenteschi che, pure, son stati suoi cavalli di battaglia. Non a caso sarà presa a simbolo da tutte le attrici volte a superare il passato, a rompere i vecchi schemi; e nella sua ricerca s’ avvicina molto alle teorie di Stanislavskij ( l’attore russo sostenitore della necessità di approfondire la psicologia del personaggio e le analogie tra il suo mondo interiore e quello dell’ attore, N.d.R.) e, forse( mi permetto da psicologa), di Freud. Anche dal punto di vista personale, la sua sensibilità risulta moderna , nella libertà con cui segue il suo cuore”.