Storico chitarrista dei Dik Dik, il gruppo musicale nato nel 1965. Pietruccio Montalbetti, fin da bambino sognavo di viaggiare, volevo fare l’esploratore sacco in spalla. Attraverso le mie visite a paesi lontani, talvolta difficili, imparo e capisco tante cose. .
Oggi, dopo una carriera musicale decennale, può permettersi di esaudire il suo sogno di gioventù e – grazie all’ottimo stato di salute – viaggiare per il mondo alla scoperta di luoghi accessibili a pochi.
Dalle sue incredibili esperienze di viaggio ne sono sortiti alcuni libri, l’ultimo dei quali intitolato “Amazzonia. Io mi fermo qui”.
Perché sulla copertina “Io mi fermo qui”: e non si è fermato?
Io mi fermo qui è il titolo di una nostra canzone. Il mio titolo era diverso… Qui ho vissuto un sogno. La vera giungla amazzonica non è quella del Brasile, che è più facile da raggiungere, ma quella che ho visitato io tra Ecuador e Perù”.
Lei viaggia senza cellulare?
Io cerco l’avventura, in quei posti non c’è la corrente, a cosa mi serve un cellulare se non posso caricarlo? Quando faccio questi viaggi, la prima notte la passo in albergo per riposarmi e per telefonare a casa e dire che sono arrivato. Poi prendo la carta geografica e dico a mia moglie: “Se mi perdo, sono qui”. E vado all’avventura. Certo, delle volte anziché stare via una settimana, come è successo in India, sto via un mese e mezzo.
Sabato 13 ottobre Pietruccio Montalbetti sarà ospite di RAI 1 nella trasmissione “Uno Mattina”, per parlare di viaggi presentando il suo ultimo libro “Amazzonia. Io mi fermo qui”. Montalbetti mostrerà innumerevoli fotografie di alcuni dei suoi viaggi in solitaria.
Pietruccio Montalbetti ha già pubblicato i libri “I ragazzi della via Stendhal” (2017), “Io e Lucio Battisti” (2013> e “Sognando la California, scalando il Kilimangiaro” (2011).
Anna Rita Santoro