Stasera alle ore 21, presso la cavea dell’Auditorium Parco della Musica, di Roma, andrà in scena “Non svegliate lo spettatore” monologo dedicato ad Ennio Flaiano, interpretato dall’attore Lino Guanciale, con musica e regia di Davide Cavuti. Il titolo prende ispirazione dall’ammissione che il grande scrittore, giornalista, critico teatrale sceneggiatore e drammaturgo Ennio Flaiano (Pescara, 5 marzo 1910 – Roma, 20 novembre 1972) , tra l’altro primo vincitore del premio Strega, nel 1947, con “Tempo di uccidere”, fece riguardo la sua abitudine di addormentarsi a teatro durante gli spettacoli. E tale ammissione pubblica venne pronunciata in modo sublimemente teatrale, ed autoironico come nello stille unico di Flaiano, che non a caso, in certi ambienti raffinati, viene ancora portato ad esempio come “educata irriverenza”, sinonimo di sberleffo elegante, che l’arguta penna dello scrittore abruzzese, avrebbe definito elzeviro. Flaiano infatti disse in un’occasione per spiegare il perchè dormisse a teatro: “Fra sonno e veglia il dialogo si libera di ogni scoria.”
Con tale frase fece capire il suo genio che gli permetteva di essere un grandissimo critico, in grado di elaborare una recensione su uno spettacolo, anche in fase di dormiveglia. E qui sorge una domanda, Ennio Flaiano, dormiva davvero durante gli spettacoli, o fingeva di farlo, per alimentare una leggenda su di sè? Non abbiamo la risposta a questa domanda che resterà sospesa nell’aria, insieme alla sua memoria. Che dormisse o meno, restano memorabili, tra le molte altre, due sue critiche teatrali. La prima del 1964, quando, andando controcorrente, come spesso gli capitava Flaiano, fu il primo critico ad intravedere il genio assoluto, ed il talento di Carmelo Bene, scrivendo sulla “Salomè”: “Un regista con i piedi fermamente poggiati sulle nuvole….Lo spettacolo non lascia indifferenti, ci ha persino svegliati.”
Questa sua critica lusinghiera, gli attirò gli strali dei colleghi che non ritenevano Carmelo Bene, il genio che poi diventerà, dando ragione quindi con i fatti al giudizio di Ennio Flaiano, che rispose magistralmente a tali attacchi scrivendo: “Imbecilli da ristorante mi definiscono intellettuale da caffè, non sapendo che le più belle serate le ho passate proprio al caffè con persone la cui amicizia era già un giudizio: Cardarelli, Barilli, Longanesi.”
La seconda critica memorabile di Ennio Flaiano, è invece di senso opposto rispetto alla prima, vale a dire una stroncatura anch’essa clamorosa e controcorrente, nel 1965, del “Romeo e Giulietta” con la regia di Franco Zeffirelli. In tale occasione Flaiano scrisse: “E’ probabile che sotto il nome di Shakespeare, si celasse un autore italiano di scuola realistica, Scuotipera o Scrollapera, o Scespirelli.”
Ma ciò che ha reso veramente immenso lo stile letterario di Flaiano, è quella che potremmo definire una sua autobiografia, racchiusa in un lungo elzeviro, che oltre a spiegarci il personaggio, mette in evidenza vizi e virtù degli italiani, che riportiamo di seguito: “Non sono fascista, non sono democristiano, non sono comunista. Ancora: non parlo il mio dialetto, non adoro la città dove sono nato. A seguire: preferisco l’incerto al certo, sono per natura dimissionario, detesto il paternalismo e le dittature. Per soprammercato: il calcio non mi entusiasma, lo sopporterei se in campo i giocatori fossero ventimila e il pubblico ventidue persone. E poi: pago le contravvenzioni. Dunque: tuttavia che io sia italiano potrebbe essere innegabile, infatti mi piace dormire, evitare le noie, lavorare poco, scherzare. E per finire: bene, se non fossi italiano a questo punto non saprei proprio che farci, probabilmente non sarei niente e questo dimostra in fondo che sono proprio italiano.”
Stasera l’attore Lino Guanciale, abruzzese come Ennio Flaiano, tradurrà in un monologo teatrale, originariamente previsto per il 23 aprile, e forzatamente riprogrammato, appunto stasera, questi ed altri pensieri di Ennio Flaiano, sotto la regia e la musica di Davide Cavuti. Ricordiamo che i biglietti emessi ed acquistati per la data originaria del 23 aprile, valgono anche per la rappresentazione di stasera. Vedremo se la cavea del Parco della Musica, di Roma, riuscirà ad accogliere il massimo della capienza consentita dalle normative anti covid, e se gli spettatori dormiranno, faranno finta di dormire, o resteranno svegli. In ogni caso nessun problema, perchè sempre Ennio Flaiano, ci spiega da par suo, che “Il teatro in Italia, non è molto popolare, forse perchè gli italiani sono tutti ottimi commediografi.”
Luca Monti